Martedì 26 Aprile 2022 gli studenti di Teorie e Forme della Comunicazione hanno potuto partecipare ad un incontro interamente dedicato al podcasting, tenuto da Antonio Losito, autore del podcast Tyranny e Marco Ragaini, sovrintendente del catalogo dei podcast di Storytel.
Nell’articolo di oggi andremo a parlare della carriera di Antonio e del processo di creazione del podcast Tyranny, “una guida satirica che racconta le storie poco note (e sbalorditive) dei tiranni, per capire perché l’umanità è ancora oggi sedotta dall’Uomo Forte”.
Proprio come nei suoi podcast, Losito inizia l’incontro partendo dalla storia della sua carriera, e lanciandoci diversi teaser anticipativi su come ogni fase di questa è stata fondamentale per arrivare alla “fine della storia”.
È un autore radiotelevisivo da circa vent’anni; ha scritto per Zelig, Una pezza di Lundini, ma anche per morning show, imponendosi di scrivere ogni giorno, anche se di cattivo umore, seguendo il consiglio di Stephen King, per attribuire una certa serialità al compito.
Questo, unito alla necessità di adattarsi, talvolta abbassando il proprio talento a frasi brevi, senza congiuntivi ed evitando di affrontare i taboo, talvolta impegnandosi a romperli per portare una nuova comicità, ha potuto allenare il suo “muscolo creativo”, che si è poi rivelato utilissimo nella stesura degli episodi del podcast.
Da questo “hummus” di esperienze parte il primo passo: il profilo Instagram Diventa un Tiranno. Nasce durante il lockdown (che nel suo libro ringrazia, assieme ai talebani) grazie all’opportunità “non filtrata”, a differenza di radio e televisione, che la piattaforma offre nel portare i propri contenuti.
Appassionato di geopolitica, decide di servirla con un dressing da manualistica motivazionale, un mix comico che, seppur non raggiungendo un numero di follower spropositato, ha attirato l’attenzione di Will, una community che genera contenuti in diversi formati, per “coltivare la consapevolezza sui fatti quotidiani e ispirare il cambiamento.”.
È così nato il podcast Tyranny, un dialogo che Antonio ha cercato di “formattizzare” seguendo l’esempio della TV, in modo da rendere il prodotto riconoscibile.
Ha infatti deciso di inserire la spalla comica rappresentata da Alessandro Tommasi, founder di Will, che fa le veci del pubblico che si stupisce e ride delle informazioni bizzarre che Antonio racconta; quest’ultimo struttura la vita e la “carriera” dei tiranni come se fosse una pagina Linkedin, inserendo “sigle” fatte dagli stessi e partendo subito con il teaser “dimmi tre motivi per ascoltare questo episodio”, in modo da catturare l’attenzione dell’ascoltatore e invogliarlo a proseguire.
Il viaggio dell’Eroe zeppo di colpi di scena con cui vengono narrati i tiranni nel podcast è in realtà frutto di un grande studio per trovare l’incastro giusto tra la geopolitica e il self-help, anche in altre lingue, soprattutto di storie originali (sceglie infatti tiranni di epoca recente: degli altri si è già detto tutto), tanto assurde quanto vere. La bizzarria che le distingue è il motivo per cui l’autore ha voluto eliminare il più possibile la post-produzione, per dare l’impressione di verità, attraverso un dialogo all’apparenza spontaneo (ma all’80% scripted).
Non sono pochi i consigli che Antonio ha dispensato ai CIMER, dalla strutturazione del podcast alla scrittura creativa.
Ad esempio, la ripartizione di ogni episodio in sketches, ognuno dei quali deve contenere il conflitto e mandare avanti la storia, e la presenza del cliffhanger (gancio) in ognuno di essi, che funge da rimando a quello successivo, lasciando “suspence” per la scena narrata.
Per allenarci, ci ha invece suggerito di seguire l’esempio di Charles Dickens nel ricopiare a mano le pagine di scrittori che amiamo, per assorbirne lo stile.
Ringraziati i partecipanti per averci aperto gli occhi (e le orecchie) sul mondo dei podcast, è arrivato il momento di mettere le cuffie e farsi qualche risata (imparando) dei tiranni.