SPOTIFY: IL NUOVO ALGORITMO CHE CAPTA LE NOSTRE EMOZIONI

Ti è mai capitato di indossare gli auricolari e non sapere che musica ascoltare? A volte ti senti triste e vorresti ascoltare musica tranquilla, che ti permetta di pensare e riflettere. Altre volte stai facendo jogging e hai bisogno di una musica che ti carichi e ti spinga a correre più veloce, oppure ti trovi ad una festa tra amici, siete tutti contenti e avete voglia di ballare ma non trovate la canzone adatta. Non ti preoccupare, Spotify potrebbe presto arrivare in vostro soccorso

La compagnia mondiale di streaming musicale ha dato un annuncio a tratti inquietante. È stata brevettata una nuova tecnologia che permetterebbe alla piattaforma di consigliare e suggerire agli utenti contenuti sulla base delle loro emozioni. Immediate sono le domande che sorgono in merito alla tutela della privacy. Ma vediamo assieme il funzionamento di questa tecnologia.

Spotify, con ben oltre 320 milioni di utenti attivi, si differenzia dai competitor grazie alla sua capacità di sfruttare maggiormente gli algoritmi e raccomandare ai propri utenti contenuti sulla base dei loro gusti e interessi. Si può affermare che Spotify faccia già uso esteso di algoritmi di raccomandazione al fine di offrire al pubblico un’esperienza piacevole. Raccomandazioni che potrebbero presto diventare ancora più accurate grazie allo sviluppo della tecnologia in grado di captare le emozioni. Spotify starebbe lavorando su questa tecnica almeno dal 2018 ed il brevetto sarebbe stato depositato la scorsa primavera. Con questa tecnologia, basata principalmente sul riconoscimento vocale, sarebbe possibile andare ad identificare lo stato emotivo, genere e accento degli utilizzatori. Sulla base del tono di voce Spotify diventa così in grado di riconoscere lo stato d’animo e il contesto in cui si trova l’utente. Questo è quello che si riesce a captare leggendo il brevetto depositato dalla compagnia. Non sono state ancora fornite ulteriori informazioni in merito a questa nuova tecnologia, che non è detto vedremo effettivamente realizzata. 

La finalità è quella di profilare gli utenti in modo ancora più massiccio e costruire un loro identikit che fornisca dati di tipo “emozionale”, oltre a quelli che Spotify già raccoglie (generi preferiti, generi ascoltati dagli amici, condivisioni, ecc.) per poter offrire un servizio ancora più personalizzato

Questa nuova modalità di profilazione permette poi di andare incontro e reagire in modo più rapido ai cambiamenti dei gusti musicali dell’utente, che non è detto rimangano immutati nel tempo. 

Questa nuova modalità di suggerimento sembrerebbe avere grandi potenzialità e molto probabilmente sarebbe apprezzata dalla gran parte degli utenti, ma sorgono spontanei dubbi in merito all’effettiva tutela della privacy. Spotify diventerebbe in grado di ascoltare perennemente le nostre conversazioni, compresi i rumori di sottofondo, tramite il microfono del nostro dispositivo. Nonostante sia stato dichiarato che il tutto verrà attuato nel completo rispetto della privacy degli utenti e che i dati raccolti non verranno divulgati altrove, ma verrebbero utilizzati solo nell’ambito della piattaforma, è comprensibile che alcuni siano scettici.

Inutile dire che sia già in atto un acceso dibattito in merito all’introduzione di questa nuova funzionalità. Alcuni sostengono come questa possa essere una rivoluzione nell’ambito dello streaming musicale, che permetterebbe all’app di avere lunga vita e differenziarsi in modo ancora più netto dai comeptitor. Altri si sono scagliati contro Spotify sostenendo che questa nuova funzionalità oltrepassi il limite e che l’attuale profilazione dell’utente sulla piattaforma permetta già di godere di un servizio sufficientemente personalizzato. Non ci resta che attendere gli ulteriori sviluppi. 

Elisa Rizzoli