Le tecnologie di telefonia mobile e cellulare di quinta generazione rappresentano un’importante evoluzione rispetto alle precedenti tecnologie, un trampolino di lancio per ulteriori innovazioni e per le strategie di sviluppo delle nazioni del mondo. Ma, nonostante questo, sono molti gli scettiscismi e le opinioni negative al riguardo.
Le tecnologie 5G sono un elemento fondamentale della trasformazione digitale, un elemento che può generare ulteriore innovazione nei servizi destinati al consumatore e nella gestione dei processi aziendali. Le architetture 5G sono delle piattaforme software-based che, grazie ai progressi della virtualizzazione, del cloud, dell’IT e dell’automazione, sono agili e flessibili e capaci di fornire sempre e ovunque accesso agli utenti. Inoltre, questa tecnologia, ottimizza le esperienze digitali attraverso le funzionalità del machine learning e, prima o poi, anche con il deep learning e l’intelligenza artificiale.
Tuttavia, da quando è stato introdotto, nel 2019, si sono sparse più opinioni negative che positive sul tema. Il web pullula di articoli sulla pericolosità per la salute e per la vita stessa; addirittura, i novax dichiarano che col vaccino per il Covid-19 ci venga iniettato un chip 5G. Tra le fake news più in voga e assurde sul tema, dopo quella dei novax, ne abbiamo una che correla l’epidemia che stiamo affrontando alla rete 5G. Circolano, poi, alcune notizie sempre false legate all’ambiente: si sostiene che le antenne vengano posizionate in cima agli alberi o che questi vengano tagliati per non interferire, che erba ed alberi muoiano a causa del 5G o che questo uccida gli uccelli.
Purtroppo, i social media non aiutano in questo, perché la velocità con cui permettono alla notizia di circolare va a scapito della verifica dell’attendibilità e qualità dell’informazione trasmessa. Il consiglio è di attenersi unicamente a notizie che provengono da fonti ufficiali e verificate, anche se l’allarmismo è stato ormai sdoganato e le convinzioni circa la pericolosità del 5G sono ormai radicate nel pensiero di molti.
Vi sono paesi che si mostrano più sospettosi rispetto ad altri. La società britannica Prolifics Testing ha effettuato un’analisi, mediante la piattaforma Ahrefs, della percezione legata alle ricerche online sul tema 5G dei cittadini di 155 Pesi di sei continenti. Al primo posto troviamo gli Stati Uniti, con le loro circa 375mila ricerche online che dimostrano un certo scetticismo. Al secondo posto troviamo il Regno unito, con più di 93mila ricerche online. A seguire abbiamo Australia (33mila), Canada (22.600), Polonia (20mila) e Germania (17.500). All’ultimo posto troviamo la Danimarca con 1.400 ricerche mensili. L’Italia si piazza al nono posto, con quasi 12.910 ricerche online mensili considerate scettiche e dubbiose. Lo studio stila anche una classifica dei paesi più curiosi e interessati al tema. Anche in questo caso primeggiano gli statunitensi (digitano “cos’è il 5G?” più di 127mila volte al mese in media); al secondo posto sempre i britannici (24.200 volte); al terzo posto i canadesi (15.100 volte). I meno interessati sono invece olandesi, danesi e irlandesi che cercano informazioni sul tema circa un migliaio di volte al mese, un numero significativamente inferiore a quello dei Paesi più curiosi e che lascia un dubbio: che indichi la scarsa preoccupazione verso l’argomento? Oppure una già consolidata conoscenza dello stesso?
Dunque, il tema del 5G e tutte le notizie ad esso legato sono un tema fresco e ancora aperto che sicuramente subirà delle evoluzioni. La speranza è che lo scetticismo si riduca, in modo tale da portare innovazione in tutti i Paesi del mondo e ridurre al minimo il gap tecnologico esistente attualmente. Inoltre, ci si augura che il web e i social media riescano a filtrare quanto più possibile le fake news, per far circolare unicamente, quantomeno maggiormente, notizie di qualità.
Stefania Pezzuto