COME AVERE UN PROFILO ALL-STAR SU LINKEDIN: CE LO SPIEGA NEXTOPP

Giovedì 25 novembre gli studenti del primo anno di CIMO hanno potuto partecipare ad un incontro con Nextopp, una nuovissima società tutta al femminile che, da un lato, si occupa di ricerca e selezione del personale (Nextopp Recruiting), e dall’altro si propone come la prima piattaforma di corsi on demand per la ricerca del lavoro (Nextopp Learning).

Le founders, Gioia e Guenda Novena, che hanno una lunga esperienza nel campo dell’Head Hunting su LinkedIn, hanno sottolineato l’importanza di imparare come funziona il recruiting e come si comunica su questa piattaforma, in modo da avere “una marcia in più come candidati”.

Stiamo parlando di un social network professionale, fondamentale per chi cerca lavoro e vuole costruire il lato business del proprio personal brand

Basti pensare che il 79% dei manager (e dunque, potenzialmente anche decision maker in ambito assunzioni) ha un profilo LinkedIn, e che l’Italia è il terzo paese in Europa per numero di iscritti.

Più in generale, oggi i recruiters utilizzano molto i social per verificare la coerenza tra i cv e la realtà, o per intercettare alcuni tratti delle personalità di chi fa application, arrivando al punto di scartare dei profili a causa della loro digital reputation

Gioia e Guenda hanno dunque voluto regalarci alcuni consigli per costruire un profilo All-Star (ovvero, il più completo possibile), e quindi apparire il più in alto possibile nei risultati di ricerca di recruiters e headunters.

1. Foto profilo e immagine di copertina

Non metterle è un errore madornale, perché riduce di molto la possibilità di essere trovati o contattati. 

Il livello di professionalità che si intuisce dalla foto e dalla coerenza dell’immagine di copertina con il settore in cui vogliamo andare a lavorare sono, per un recruiter, i primi indicatori della nostra adeguatezza per la posizione per cui ci stiamo proponendo.

2. Sezione Esperienze lavorative

Noi studenti abbiamo, di norma, pochissime esperienze lavorative, oppure che ci sembrano di scarso rilievo, come brevi impieghi da cameriere o babysitter

Gioia e Guenda ci suggeriscono invece di non lasciare mai questo spazio incompleto, non solo per poter apparire più in alto nelle ranking, ma anche come segnale del fatto che “ci siamo dati da fare”.

3. Dove mettere hard e soft skills?

Per quanto riguarda le competenze tecniche, bisogna cercare di inserire il maggior numero possibile di key words relative a cosa sappiamo fare, nella sezione “Competenze e Conferme”. Anche il più banale utilizzo di Power Point potrebbe rivelarsi importante.

Ma anche le soft skills (come capacità di lavoro in gruppo, proattività, empatia…) non sono da meno, e vanno inserite all’interno del proprio profilo, purché contestualizzate con esempi concreti!

Esiste infatti una sezione apposita, chiamata “Informazioni”, nel quale bisogna imparare a fare un vero e proprio storytelling di chi e come siamo, quali sfide abbiamo affrontato, quali sono le nostre passioni. per spiegare come anche il nostro modo di essere e ciò che abbiamo tratto dalle nostre esperienze possa risultare perfetto per la posizione lavorativa aperta.

4. Fare networking

Ultima ma non per importanza è l’interazione su LinkedIn con gli altri utenti (postare, commentare, seguire profili interessanti…), per farsi riconoscere attraverso la qualità delle proprie interazioni, e creare una propria rete online che possa arricchirci con curiosità o novità, e fornirci delle referenze.

Essere attiviesaustivi e chiari su LinkedIn, insieme allo sviluppo di competenze trasversali, sono quindi i key points per un profilo di successo sia sul social che nel mondo del lavoro, secondo le due imprenditrici digitali, che ringraziamo per l’intervento, e che speriamo di rincontrare in futuro.

Simona Gilardoni