SKININIMALISM: USARE MENO MA COMPRARE DI PIÙ?

Dalla politica alla gestione della propria quotidianità, l’idea di semplificare processi ed eliminare inutili complessità sembra essere sempre più discussa e ambita. Si pensi anche a quanti influencer o semplicemente conoscenti hanno approfittato della situazione per fare decluttering dei propri armadi, perseguendo l’ideale di una vita più minimal à la Muji.

Molti brand stanno rispondendo, a loro modo, a queste esigenze che si leggono chiaramente in un consumatore sfinito dall’ultimo anno di crisi pandemica, pronto ad una ripartenza il più possibile “alleggerita” da ogni carico inutile.

Non da ultimo il mondo del beauty, in cui la tendenza per il 2021 è all’insegna della massima semplificazione. Il trend è quello dello Skinimalism, termine che nasce dall’unione di skin e minimalism, e si pavoneggia di riflettere alcune delle esigenze sempre più evidenti all’interno del mercato. Grazie agli ultimi sviluppi di ricerche sul microbiota umano, si è potuto constatare che l’abuso di prodotti indebolisce lo strato più esterno della pelle, rendendolo più suscettibile a infiammazioni, danni ambientali e molto altro. Liberando la cute da ingredienti che possono creare squilibri rischiosi, lo Skinimalism permetterebbe, dunque, di ritrovare il proprio glow naturale e senza filtri.

Oltre al desiderio di ritrovare una routine semplice e di sfrondare lunghi rituali da decine di step, lo Skinmalism risponde anche ad un’attenzione sempre più viva nei confronti dell’ambiente. Acquistare pochi prodotti multitasking permetterebbe, infatti, anche di ridurre gli sprechi. Per un-industria alto inquinante – in termini di plastiche e utilizzo di materiali non riciclabili per il confezionamento – come quella del beauty, la quale ancora fatica a trovare soluzioni sostenibili sia sul piano ambientale che su quello economico, questo trend potrebbe costituire una svolta significativa

Molto nobile da parte dei brand allinearsi a questa visione minimalista del consumo dei beni che è loro interesse vendere il più possibile. In realtà, la tendenza non punta esattamente a combattere il consumismo e liberare i propri clienti delle centinaia di prodotti inutili che si sono sentiti in dovere di comprare. Come qualsiasi altro trend, lo Skinimalism ha incoraggiato l’industria a creare nuove linee di prodotti multitasking, eco-friendly e dalla lista di ingredienti essenziali. Tutte creme, cremine e detergenti vari che richiederanno copertura stampa e piani di marketing per convincere i consumatori ad abbandonare ciò che già c’è all’interno dei propri armadietti in bagno, in favore delle loro nuove proposte.

Nonostante le premesse promettenti, questa nuova tendenza non sembra, dunque, favorire particolarmente né gli shopper, né tantomeno il pianeta. Forse chi ne esce più vincente è proprio l’industria che, pur dandosi un tono da ambientalista anti-capitalista, strizza l’occhio all’importanza di minimizzare le proprie abitudini di consumo, senza per questo dover sostenere cali nelle vendite.

Giulia van den Winkel