COME CREARE UNA PRODUZIONE MUSICALE: SONGWRITING E ARRANGIAMENTO PRIMA DI TUTTO

Che vogliate produrre una canzone, il jingle di uno spot pubblicitario o la colonna sonora di una produzione cinematografica, sappiate che ci sono alcune tappe indispensabili da seguire, affinché quello che facciate possa soddisfare voi e chi ascolterà. Gli aspetti tecnici non devono spaventarvi, e per convincervi di ciò, vi anticipo che una buona idea, un’intuizione è tutto ciò di cui avete bisogno per cominciare, il resto viene da sé.

Partiamo proprio dall’idea. Il primo step è il Songwriting: una melodia interessante, un giro di accordi orecchiabile o molto semplicemente un ritmo riconoscibile saranno l’elemento da cui partire. Un’idea, appunto, che deve stare in piedi da sola, indipendentemente dagli strumenti musicali che verranno utilizzati. Pensare a una struttura di base del brano potrebbe essere utile per cominciare a dargli una forma, magari aiutandoci da uno strumento musicale col quale abbiamo già praticità.

Utile, sempre in questa fase, precedere registrando, anche semplicemente col proprio smartphone, alcuni audio che servano da “bozze” per fissare quanto pensato fino ad ora.

Alla fase di songwriting segue quella di Arrangiamento. Una volta definita l’idea di partenza, è fondamentale costruirle attorno un corpo. In primis, è importante fissare la struttura del brano, quindi definire le diverse sezioni di cui è composto (intro, strofa, ritornello, special, bridge…). Questo è fondamentale anche per poter ragionare sulle dinamiche all’interno del brano, ovvero gestire le intensità sonore all’interno delle diverse sezioni, in modo da generare alti, bassi, salite e discese all’interno della composizione, come se si trattasse di un vero e proprio racconto.

Arrangiare un brano significa anche scriverne armonia (gli accordi), melodia e testo (nel caso la vostra composizione lo preveda). Un consiglio importante è quello di iniziare ad immaginarvi quali saranno gli strumenti principali che comporranno la vostra traccia, con particolare attenzione al ruolo che essi avranno a livello ritmico e armonico.

Un elemento che molti tendono a sottovalutare è la scelta del “bpm”. Per i neofiti che non hanno ancora capito di cosa stia parlando, mi riferisco al tempo, o meglio, alla velocità del brano. Esatto, perché “b.p.m” sta proprio a indicare i “Battiti Per Minuto”.  Mantenendo un brano invariato, ma cambiandone la velocità, ci accorgiamo di come esso cambi volto, acquisisca sfumature nuove e, di conseguenza, evochi emozioni diverse nei potenziali ascoltatori. Scegliere il bpm che più ritenete adatto, quindi, non è una mera scelta tecnica, ma è importantissima nell’ottica di ciò che si vuole comunicare.

Non lasciate che l’eccessivo schematismo dei passaggi vi sovrasti: all’interno di ogni step deve sempre essere attiva e presente la vostra componente creativa. Qualsiasi sia la vostra composizione, l’originalità non può che nascere dalle vostre intuizioni: un accordo dissonante, uno stop improvviso, ogni idea è una buona idea. Ciò non significa che non possa servire utilizzare delle “reference”, ovvero la selezione di brani da usare come ispirazione o elemento di confronto, da cui trarre spunti interessanti, sempre stando attenti a non ricadere nel “copia-incolla”.

Da qui in avanti, voi e la vostra creatura dovrete affidarvi ad un software di produzione musicale, detto DAW, che elaborerà e mixerà le vostre incisioni audio, per dare finalmente vita al prodotto finito, pronto ad essere reso pubblico. Questa seconda fase meriterebbe un ulteriore approfondimento, ma era fondamentale rendere il più chiaro possibile il fatto che la produzione e il successo di una composizione non nascono in studio, ma nella mente e nell’intuito di chi la concepisce.

Alessandro Rizzi