ROBLOX, LA PIATTAFORMA DI GAMING CHE PROIETTA GIOVANI PROGRAMMATORI NEL FUTURO

Il 2020 è stato senza ombra di dubbio un anno-record per i videogiochi, e possiamo facilmente intuirne il motivo.

A partire dall’inizio della pandemia, ogni tipo di relazione fisica è venuta meno, e se per giovani e adulti sono venute in soccorso piattaforme come Skype e Zoom, divenute indispensabili in ogni contesto – dalle call di lavoro agli aperitivi tra amici – tra i più piccoli, invece, hanno preso piede proprio i giochi multiplayer e le community, alcuni con prospettive decisamente interessanti, tra le quali spicca Roblox.

Luoghi online, quindi, dove anche ai più giovani era concesso ritrovarsi per socializzare, giocare insieme e poter crescere, viaggiando oltre i limiti che la condizione esterna imponeva. Ed è proprio in questo contesto mediale che si inserisce Roblox, videogioco tutt’altro che nuovo, la cui nascita risale al lontano 2006.

Più che di un semplice gioco, si può parlare in realtà di un vero e proprio ambiente di programmazione dove, al suo interno, è possibile trovare milioni di mondi differenti. Attraverso il linguaggio Lua, un codice di programmazione, nel corso degli anni sono stati creati questi mondi proprio dai loro utenti, i quali per il 54% appartengono alla fascia di età tra i 9 e i 13 anni. Chiaramente venivano resi disponibili diversi tutorial e suggerimenti a supporto dei fruitori, anche attraverso i canali social, specialmente YouTube.

Il gioco, di origini americane, nasce dalla “sandbox”, ovvero quelle aree di sabbia che spesso si trovano nei parchi americani, e da poco anche in Italia. Sì, proprio la sabbia che, grazie alla sua poliedricità, permette di spaziare con la fantasia, dando vita alla creazione di mondi e castelli in un’ottica tridimensionale. Roblox ha avuto dunque una crescita esponenziale, tanto da arrivare a concepire una moneta virtuale, il Robux, attraverso la quale è possibile monetizzare le proprie creazioni.

Per accedere alla lista dei giochi si scarica Roblox e si crea un account. Poi, grazie a Lua, i bambini possono iniziare a creare infiniti videogiochi in totale libertà. Solitamente vengono offerti gratuitamente i primi livelli, come fossero delle demo, mentre quelli successivi vengono rilasciati dietro un paywall, oppure chiedendo crediti per sbloccare skin o personaggi aggiuntivi.

I giochi possono variare da allevamenti di animali virtuali, giochi di calcio, avventure grafiche, corse, sparatutto, picchiaduro e molti altri. Gli utenti possono addirittura registrare i marchi da loro inventati ed usati all’interno del gioco. Si possono creare anche vestiti e oggetti di scena, acquistabili ed utilizzabili dagli altri giocatori.

Il gioco non è per nulla strutturato e le regole non sono fisse, fondamentale per trasmettere ai bambini la sensazione di giocare inventando storie, avventure e personaggi, che appaiono e scompaiono, passando da un’avventura all’altra. Un mondo parallelo dove i giovani iniziano a gestire un sistema economico e cominciano a sviluppare videogiochi con estrema facilità. Da un lato finalizzata a forgiare i nuovi talenti del futuro, dall’altro esposta ad una questione delicata, quella relativa all’età degli utenti che generano l’account. L’intervento di un genitore è necessario per completare l’iscrizione, con il rischio però che la mancanza di competenze necessarie a gestire e controllare messaggi, registrazioni, transazioni, giochi scaricati, possa portare ad azioni maliziose da parte dei più giovani. Per questo motivo, il controllo da parte di un adulto è indispensabile, anche per prevenire la visione di contenuti poco adatti, o addirittura azioni di cyber-bullismo.

Insomma, una nuova dimensione digitale, con numeri da capogiro, capace di facilitare la socializzazione e dare la possibilità di creare nuovi universi. Ad oggi sono già stati sviluppati più di 20 milioni di giochi. Da qui in avanti, non resta che provare a superare i risultati incredibili raggiunti nel 2020. Riuscirà a farcela?

Alessandro Rizzi