HALTADEFINIZIONE: UN NUOVO MODO DI VEDERE L’ARTE

La tecnologia non si arresta ed avanza sempre di più. Anche le istituzioni culturali, templi dell’arte e della musica, luoghi “sacri” che spesso hanno fatto dell’elite intellettuale un target privilegiato, si sono aperte al mondo della digitalizzazione e della fruizione online: i contenuti digitali sono, infatti, in questi lunghi mesi di chiusure dei musei, dei teatri, dei cinema, delle gallerie d’arte, gli oggetti del desiderio di chi non vuole rinunciare a godere dell’esperienza artistica, anche comodamente seduto sul divana di casa.

In questo panorama culturale si segnala l’esperienza della digitalizzazione dei capolavori della storia dell’arte intrapreso dalla tech company “Haltadefinizione” che rende fruibili le opere online in gigapixel. Cosa vuol dire?

La sfida del gigapixel è quella di permettere di guardare, osservare, analizzare, studiare, valorizzare quadri e altre opere artistiche con immagini in altissima definizione che non perdono mai l’elevata qualità, neppure ingrandite ben oltre le possibilità dell’occhio umano: i colori non si stravolgono, le linee rimangono intatte, gli sfondi non si sfumano, i particolari resistono a qualunque ingrandimento. Le avanzate tecnologie consentono, infatti, di replicare le cromie e i tratti originali delle opere sottoposte alla digitalizzazione e di analizzarne ogni dettaglio secondo modalità e prospettive mai sperimentate prima.

Inizialmente solo settore di nicchia, questa esperienza mediale si sta sempre più diffondendo e, grazie ai protocolli siglati con musei, gallerie e altre istituzioni culturali, è ormai possibile accedere alla Haltadefinizione Image Bank, cioè all’archivio digitale di opere artistiche in gigapixel più importante del mondo: quadri di Bellini, Beato Angelico, Leonardo, Mantegna sono solo alcune delle opere qui presenti e, da remoto, ognuno di noi può intraprendere un viaggio temporale dal Medioevo all’età moderna muovendosi tra quadri mai visti e particolari da riconsiderare e guardare molto da vicino.

In occasione dei 450 anni della nascita di Caravaggio, ad esempio, sono stati di recente digitalizzati con la procedura dei gigapixel il San Giovanni Battista, il San Francesco in meditazione e il celebre Narciso, conservati alle Gallerie Nazionali di Arte Antica – Palazzo Barberini, e resi fruibili online dalla tech company Haltadefinizione.

D’altra parte, questo processo di digitalizzazione delle opere d’arte, oltre a incentivare la fruizione del singolo cittadino impossibilitato a muoversi in e tra le città d’arte per la pandemia e quindi a valorizzare il patrimonio artistico-culturale dei Musei, permette di realizzare una serie importante di attività legate allo studio e alla conservazione delle opere d’arte.

Come racconta Luca Ponzio, fondatore di Haltadefinizione, “la digitalizzazione con tecnologia gigapixel o gigapixel+3D […] è funzionale al monitoraggio dello stato di conservazione dei dipinti e alle finalità di studio e ricerca”, sottolineando quindi l’impiego dell’opera virtuale come oggetto di analisi, sperimentazione, interpretazione, che salvaguarda l’originale da manipolazioni continue e possibili interventi inappropriati, aiuta il ricercatore a guardare “dentro” l’opera come mai prima, spinge la burocrazia cartacea e obsoleta a creare cataloghi veloci, interscambiabili, facilmente consultabili, veramente fedeli all’originale.

Patrizia Celot

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