STOP ALLA CENSURA CINEMATOGRAFICA

“Definitivamente superato quel sistema di controlli e interventi che consentiva ancora allo Stato di intervenire sulla libertà degli artisti”: questa è stata la dichiarazione di Dario Franceschini, ministro della Cultura, che ha annunciato l’addio alla censura cinematografica in Italia, istituita il 31 maggio 1914.

Il decreto emanato, inoltre, ha l’obiettivo di istituire la Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche presso la Direzione Generale Cinema, che prevede il funzionamento di un corretto sistema di classificazione delle opere cinematografiche. Nicola Borrelli, direttore della Direzione Generale, ha annunciato che “saranno i produttori o i distributori ad autoclassificare l’opera cinematografica, alla commissione il compito di validare la congruità”. La Commissione sarà composta da 49 membri, molti dei quali saranno sociologi e sociologhe, psicologi e psicologhe, esperti/e di cinema, educatori ed educatrici. Essa avrà il compito di classificare le opere cinematografiche in base alle fasce d’età: non adatte rispettivamente ai minori di 6, 14 e 18 anni.

Come ricorda Emiliano Morreale su Repubblica, le tipologie di censura presenti in Italia durante i decenni passati erano tre: prima di tutto avveniva un controllo sulla sceneggiatura, seguito da un ulteriore controllo prima dell’uscita al cinema. La terza tipologia poteva avvenire una volta che il film veniva trasmesso dalle sale e «poteva essere denunciato da privati cittadini o magistrati, ed eventualmente venir processato». L’ultimo film importante italiano sottoposto a censura fu, probabilmente, Totò che visse due volte: considerato addirittura «degradante per la dignità del popolo siciliano, del mondo italiano e dell’umanità».

Fu durante l’epoca del fascismo, in particolare, che il mondo del cinema fu messo nel mirino, condannando ogni opera considerata anticonvenzionale secondo il pensiero di quel tempo. Ricordiamo, tra i vari sabotaggi, la distruzione delle bobine di Ultimo tango a Parigi di Bertolucci e i tagli alla pellicola del film di Luchino Visconti Rocco e i suoi fratelli. Questi, però, sono solo alcuni dei tanti tagli e modifiche effettuati sulle opere cinematografiche. La censura, a quei tempi, colpiva già nella fase di sceneggiatura o di riprese; ora, invece, non potrà più vietare alle pellicole di uscire nei cinema, imporre tagli di scene o modifiche.

Per coloro che fossero interessati a conoscere tutti i casi in cui la censura italiana ha agito, può consultare il sito CineCensura.com, una sorta di mostra digitale che classifica i diversi casi di censura nei macrotemi sesso, politica, religione e violenza. Su questo sito non si trovano solo film, ma anche cortometraggi, pubblicità e cinegiornali.

In un periodo in cui la libertà di pensiero sta acquistando sempre più valore e rappresenta uno dei pilastri del nuovo millennio, la notizia dello stop alla censura cinematografica non può che presentarsi come un’ottima notizia per il futuro del cinema.

Melissa Casula