CAREER PATH – LA BRAND MANAGER

Federica Coppola è brand manager presso Aldo Coppola, brand di lusso nel mondo del beauty. Appartenente alla terza generazione di un business famigliare, si occupa di gestire tutto ciò che pertiene la catena a livello italiano.

QUALE PERCORSO DI STUDIO L’HA PORTATA A SVOLGERE QUESTO LAVORO?

Ho fatto la triennale in Bocconi in inglese, in particolare il Bachelor in International Economics and Management. In seguito ho fatto un anno in uno studio di consulenza e commercialista a Milano e poi sono partita, sono andata a Londra e ho il Master, in Management, alla European School of Economics. A Londra, dopo il Master, ho fatto una internship da BECCA, un’azienda di beauty, che mi ha avvicinata di più a questo settore. Da lì, essendo già su Londra, ho intrapreso la carriera in Aldo Coppola, aprendo il mercato londinese.

CHE RUOLO HA GIOCATO ALDO COPPOLA NEL SUO PERCORSO?

Per me è stato un inizio, ma allo stesso tempo la realizzazione di un sogno. Nella mia famiglia non è mai stato scontato che io potessi entrare in azienda, per questo l’aver intrapreso un percorso indipendente e aver accresciuto la mia credibilità nei confronti di mio padre, CEO dell’azienda, tanto da offrirmi un posto in azienda, per me è stato l’inizio di un viaggio. Dico “viaggio” perché tutti i giorni imparo qualcosa: è dal 2012 che lavoro qui ed è un continuo imparare, il mio ruolo si è evoluto e si sta tuttora evolvendo.

QUALI SONO LE SUE MANSIONI?

Mi occupo di sviluppare tutto quelle che sono le collaborazioni a livello di advertising e non, quindi partner terzi che hanno prodotti che possono essere affini a livello di target audience, o a livello di immagine, per la nostra realtà. Mi occupo poi di coordinare il dipartimento di comunicazione, quindi supervisiono il lavoro che viene svolto nel dipartimento creativo per essere certa che il messaggio che esce sia coerente con il brand. Oltre a ciò supervisiono le operazioni che si svolgono nelle catene di saloni diretti, franchising Aldo Coppola by e Go Coppola. Mi occupo anche di coordinare l’espansione delle Accademia Aldo Coppola e Go Coppola e di supervisionare la proposta accademica sul territorio, per essere sicura che anche queste seguano la philosophy del brand. Seguo inoltre lo sviluppo del prodotto, quindi il fatto che la proposta sia coerente con l’immagine e la filosofia del naturale voluta da mio nonno. Ultimo, supervisiono il lavoro della nostra agenzia di freelancer The Agency Aldo Coppola, dunque delle collaborazioni a livello di servizio. Questo accade, ad esempio, quando ci viene chiesto di realizzare servizi hair and make-up all’esterno del salone, come ad una sfilata o ad un evento. In questo contesto, quindi, mi occupo di comprendere come il brand si interpone a livello di fornitura di servizio. 

QUALI SONO LE SOFT SKILLS FONDAMENTALI NELLA SUA PROFESSIONE?

Credo che una delle competenze fondamentali sia essere lungimiranti, ma allo stesso tempo di sapersi porre degli obiettivi strutturali per costruire qualcosa di solido, senza rincorrere il successo veloce. Credo inoltre che la capacità di coordinare un team sia un elemento importante in un ruolo che fa da capolista. Una skill importante consiste quindi nella capacità di mediare all’interno delle dinamiche che si possono creare in una squadra, cercando sempre di motivare i propri collaboratori. È poi necessario possedere buone doti di comunicazione così da spiegare gli obiettivi e porsi nel modo più corretto con la squadra.

COME PENSA POSSA EVOLVERSI LA SUA PROFESSIONE NEL FUTURO?

Spero di riuscire a far crescere sempre di più il team che mi accompagna, così da potermi slegare da molte operazioni di supervisione e poter in questo modo accrescere il marchio. Spesso, essendoci molte incombenze quotidiane, si è oberati e non si riesce a concentrarsi per fare ricerca. Il mio obiettivo non è tanto un’evoluzione mia, ma la possibilità di far crescere la mia squadra. Voglio essere sicura che il mio team si sentirà certo di prendere delle decisioni quasi in completa autonomia, sapendo che io mi fido completamente di loro, questo perché staremo tutti andando nella stessa direzione.

QUAL È L’ITER CHE UNO STUDENTE O LAUREATO IN COMUNICAZIONE DOVREBBE SEGUIRE PER ENTRARE E CRESCERE IN UNA STRUTTURA DI COMUNICAZIONE IN UN CONTESTO LUXURY?

Bella domanda, un po’ nella vita è fortuna. Ci è capitato che arrivasse per caso un curriculum al momento giusto, magari il candidato non aveva esperienze, ma ha fatto una bellissima prima impressione perché si è presentato sorridente ed educata, sapendo chi eravamo. Quest’ultimo dettaglio è importante, è necessario conoscere la realtà alla quale si inoltra il proprio curriculum. Se si sa che l’obiettivo è lavorare in un marchio come il nostro si deve provare il servizio, conoscere bene il brand, cercare di capire – anche tramite mail – se ci sono delle possibilità all’interno dell’azienda. Un consiglio può essere quello di provare a mandare la propria candidatura anche quando non compaiono posizioni aperte. Se capita di dover temporeggiare, forse perché nella realtà nella quale vorremmo inserirci ancora non è presente un posto per noi, si possono cercare aziende affini – magari con un posizionamento diverso – in cui formarsi. È fondamentale perseguire, tentare più volte. Se si ha un sogno lo si deve inseguire, la vita poi ti sorprende.

QUAL È IL SUO MOTTO?

Una citazione dal film “Vanilla Sky”: «Ogni minuto è un’occasione per rivoluzionare tutto completamente»

COSA SI ASPETTA DAI PROGETTI CHE VERRANNO ELABORATI DAGLI STUDENTI DI UNIVERSITA CATTOLICA?

Come ho sottolineato nel corso della mia presentazione, il motivo per cui la maggior parte dei business famigliari fallisce è perché non fa outsourcing. Personalmente credo che la possibilità di avere contatto con oltre 100 ragazzi giovani, dalla mente fresca ed innovativa, oltre che con una visione dall’esterno su un argomento totalmente nuovo per noi quale l’e-commerce, ci possa dare l’opportunità di ampliare il nostro spettro di visione sul prodotto digitale. Penso che sia una risorsa preziosa quella che mi è stata proposta dalla dottoressa Dondena; sono stata contesta di accettare perché i giovani hanno una percezione diversa e possono dare un contributo originale rispetto a quello del team di comunicazione interno.

Giulia Farina