FEFF: LO STREAMING SI TINGE D’ORIENTE

Il Far East Film Festival di Udine rappresenta da oltre vent’anni (insieme all’Asian Film Festival di Roma e al Korea Film Fest di Firenze) la più importante rassegna europea del cinema asiatico. Ogni anno, tra aprile e giugno, in un cinema-teatro da 1200 posti, il FEFF, organizzato dal Centro Espressioni Cinematografiche di Udine, propone non solo i titoli più recenti della produzione asiatica ma anche retrospettive, pellicole restaurate dei grandi maestri della cinematografia orientale, incontri con gli autori, conferenze a tema e altre iniziative pensate, oltre che per cinefili e curiosi, anche per importatori e distributori occidentali interessati alla diffusione del cinema asiatico in Europa, dove le produzioni del lontano Oriente stanno suscitando sempre più interesse.

Il FEFF non si esaurisce nei nove giorni di proiezioni ma si dissemina grazie ad una serie di iniziative come, ad esempio, il FEFF Campus per la scoperta e la promozione di giovani talenti dell’audiovisivo, o l’annuale Focus Asia che promuove e finanzia parzialmente film già in lavorazione o, ancora, l’organizzazione di eventi estemporanei come il FEFF d’estate. Il sito del festival, ricco e articolato, dà ampio conto di tutte le iniziative con un calendario preciso e sempre aggiornato.

Anche il FEFF ha dovuto, suo malgrado, fare i conti con la pandemia: così, lo scorso mese di ottobre è nata FAREASTREAM, la prima piattaforma italiana di cinema asiatico online che si appoggia al sito mymovies.it. Al costo di 59 euro all’anno, la piattaforma, che al momento comprende più di 100 film che è possibile vedere in streaming, propone pellicole dalla Cina, Giappone, Hong-Kong, Thailandia e Corea del sud. Si può fruire dell’offerta per generi (dal wuxia – il nostro cappa e spada – al noir, dalla fantascienza al dramma, dal mistery al crime), percorsi (ad esempio il cinema restaurato – al momento in cui si scrive sono disponibili alcuni film di Ozu – o i film dedicati a Ip Man, il maestro di arti marziali) o, appunto, seguendo le cinematografie nazionali.

Pandemia a parte, va detto che la piattaforma nasce in un momento in cui c’è grande attenzione verso il cinema orientale: basterebbe solo ricordare tutti i premi che i film orientali hanno vinto nei più importanti festival europei, per non parlare dell’Oscar a Parasite. La ricchezza dei temi rappresentati dalla cinematografia dell’Est non è per nulla inferiore a quella dei film europei o americani, ma quello che soprattutto colpisce il pubblico occidentale, che ha ormai abbandonato la dimensione puramente “esotica” delle produzioni asiatiche, è la capacità di quei cineasti di leggere e smascherare le contraddizioni della società contemporanea, per tanti versi le stesse in ogni parte del mondo. Non solo kung-fu, insomma, ma anche la rilettura della storia recente, delle guerre, delle crisi drammatiche che hanno attraversato paesi come la Cina, le due Coree o Hong Kong hanno creato una sorta di cortocircuito west/east che ha prodotto un rinnovato interesse per il cinema dell’estremo oriente.

Secondo lo spirito che anima il FEFF, la piattaforma, dunque, non si rivolge solo al cinefilo esperto ma a chiunque voglia iniziare un percorso di scoperta di questo cinema “altro” che non è solo rappresentato dai grandi maestri che tutti conosciamo (Kurosawa, Ozu, Zhang Ymou, Kar-wai, Kim Ki-duk solo per citarne alcuni) ma anche dai nuovi registi che stanno riscuotendo successo in Occidente (valga, tra tutti, il sudcoreano Park Chan-wook, il regista della pluripremiata “trilogia della vendetta”); inoltre, il catalogo comprende vere e proprie “chicche” d’autore come lo scandaloso La farfalla sul mirino di Suzuki, l’anarchico regista di film sulla yakuza giapponese.

Come si sarà capito, il menù è davvero ghiotto: come su ogni tavola orientale che si rispetti, le pietanze sono molte, i sapori e i colori diversi ma tutti estremamente invitanti: c’è solo l’imbarazzo della scelta…

Patrizia Celot