INSTAGRAM VS REALITY

Pelle levigata, sorriso smagliante, chiome luminose, sopracciglia definite, zigomi alti e un naso simmetrico sono oggi i canoni attuali della bellezza promossi dai social. Ma spesso altro non è che pura finzione e quei volti perfetti, apparsi sull’homepage di Instagram, agognati e invidiati, non sono altro che frutto di aggiustamenti, modifiche e numerosi filtri.

Modificare la propria immagine è sempre stato possibile: prima con le luci abbaglianti delle tv, poi con i ritocchi della macchina fotografica e ora con i filtri sui social è diventato ancor di più un gioco da ragazzi! I filtri sono diventati in pochissimo tempo una modalità indispensabile per modificare e migliorare fotografie, post o stories e vengono visti come necessari per stare al passo con quegli standard di bellezza sempre più elevati e irraggiungibili celebrati sui social.

Un recente sondaggio condotto da Girlguiding ha rilevato che un terzo delle ragazze e delle giovani donne non pubblica mai selfie senza utilizzare un filtro per modificare o migliorare il proprio aspetto. Il 39% degli intervistati, di età compresa tra 11 e 21 anni, ha affermato di sentirsi desolato dal fatto di non poter avere lo stesso aspetto che mostra di sé sui social anche nella vita reale.

Secondo l’ASA (Advertising Standards Authority), l’autorità garante della pubblicità inglese, l’uso dei filtri Instagram, presente nei contenuti atti a pubblicizzare make-up e prodotti beauty, risulta essere troppo spesso fuorviante. Così, dopo aver esaminato alcune stories di influencer che pubblicizzavano prodotti abbronzanti usando filtri che alteravano visibilmente gli effetti di questi, l’ASA ha preso una decisione storica: vietare l’uso di filtri in post e stories che promuovono cosmetici, pena la rimozione del contenuto. È una svolta importante, se si tiene conto che le aziende cosmetiche spendono milioni in pubblicità su Instagram ogni anno, infatti secondo Forbes: Maybelline utilizza il 60% di spesa pubblicitaria dedicata ai social su Instagram, Sephora il 43% ed Estée Lauder il 46%, per citarne alcune.

Tale divieto segue la scia della battaglia #filterdrop portata avanti la scorsa estate dalla modella e make-up artist Sasha Louise Pallari che, stufa di vedere immagini fittizie di pelli così innaturalmente perfette, ha dichiarato guerra ai filtri, invitando gli utenti a fare lo stesso quando si trattava di promuovere prodotti beauty!

Immagine tratta dalla campagna di Sasha Louise Pallari

Per me non è un problema mettere una foto senza trucco o senza usare un filtro” racconta la modella “ma per alcune di queste donne che hanno aderito alla campagna…beh, una ha detto che era più spaventoso che avere un bambino.” Continua dicendo: “La salute mentale dovrebbe essere al centro dell’attenzione a livello nazionale; non abbiamo scuse per non sapere come queste rappresentazioni malsane potrebbero avere un impatto negativo sui nostri giovani“.

Alcune ricerche scientifiche mostrano chiaramente come Instagram possa esercitare un’influenza negativa sull’immagine che gli utenti hanno di sé, in particolare le ragazze. Trascorrere diverse ore al giorno scorrendo immagini di persone che hanno sempre un bell’aspetto e stanno vivendo quella che sembra essere una vita in tutto e per tutto perfetta, può portare a molti problemi di insicurezza, odio verso il proprio corpo, frustrazione e depressione. Questo confronto (impari) genera spesso sentimenti di inadeguatezza, la quale sfocia purtroppo in questioni decisamente più serie: alcuni ricercatori attribuiscono il massiccio aumento dei problemi giovanili, dai disturbi alimentari fino al suicidio, a social media come Instagram.

Recenti studi han dimostrato che nel mondo il 3% della popolazione, tra i 12 e i 30 anni, soffre di un disturbo chiamato dismorfofobia, fobia che nasce da una visione distorta del proprio aspetto, causata da un’eccessiva preoccupazione della propria immagine esteriore. La cosa terribile è che si tratta solo di un’illusione di perfezione: la maggior parte delle immagini postate da influencer sono infatti alterate da Photoshop o filtri vari, quindi gli standard di bellezza presentati sono obiettivamente impossibili da raggiungere!

La decisione dell’ASA non solo spinge i professionisti a presentare immagini di bellezza più realistiche, ma impedisce anche alle persone di acquistare prodotti che non funzionano (o meglio, non così tanto). Usare infatti ‘effetti speciali’ per pubblicizzare l’efficacia di un prodotto rientra nella grey zone della pubblicità ingannevole.

D’ora in poi, tutti i marchi, gli influencer e le celebrità del Regno Unito dovranno aderire allo stile di vita #nofilter, almeno quando si tratta di pubblicizzare prodotti di bellezza. Molti influencer supportano questa politica, altri risultano preoccupati riguardo le modalità di applicazione. I consumatori del Regno Unito non si lasceranno più ingannare vedendo una pelle impeccabile e perfetta, ma potranno effettivamente vedere le potenzialità del prodotto e la sua efficacia, su pelli reali e non modificate!

Fortunati gli inglesi, si sa che la perfezione ha il grave difetto di essere so damn boring!

Carolina Battaglini