Il dibattito sugli allevamenti di carne è ormai all’ordine del giorno: chiunque ha sentito parlare degli allevamenti intensivi e degli impatti negativi di questi su ambiente e animali. Pascol è una giovane start up che propone una soluzione sostenibile.
Ma cosa significa essere sostenibili? Per Nicolò Lenoci e Federico Romeri implica coerenza con i cicli, i tempi e le logiche della natura; significa pascolo, benessere e alimentazione naturale per gli animali. L’impegno di Pascol, la start up che hanno fondato nel 2019, consiste nel consumare meno carne, di migliore qualità ed affidandosi ad allevamenti sostenibili.
Ma andiamo con ordine. Federico e Nicolò si sono conosciuti in università, presso la Cattolica di Milano; hanno condiviso prima il percorso triennale e poi quello magistrale per decidere quindi, conclusi gli studi, di fondare una nuova realtà, Pascol. Il loro desiderio, come esplicita Federico, nasce dalla constatazione che per cambiare lo stato delle cose «è necessario educare il consumatore, portandolo a scelte che siano sostenibili». I due ragazzi credono infatti che le crisi ambientali e climatiche siano una realtà che non può essere più ignorata: occorre riconsiderare i propri modelli di consumo e, ovviamente, di produzione.
Il modello di business è organizzato in modo da vendere per spedizione: accedendo al sito è infatti possibile visionare i pezzi di carne disponibili e prenotarli. Entrando sull’e-commerce si ha anzitutto una panoramica degli allevatori, ciascuno dei quali si impegna affinché di ogni animale si venda tutto. Gli sprechi sono così azzerati e inoltre, qualora dovessero verificarsi delle eccedenze, Pascol interviene confezionando ragù e bresaola, sempre presenti sul loro e-commerce. La carne viene quindi spedita e consegnata in tutte le regioni italiane e – appunto importante – vengono effettuate con mezzi refrigerati.
Ad oggi la start up è cresciuta esponenzialmente: vi lavorano infatti più di 10 persone con una formazione multidisciplinare e un’età media di 25 anni. Gli allevatori sono più di 30, per la maggior parte lombardi. La scelta di questi avviene sulla base di alcuni criteri (riscontrabili nel disciplinare interno), quali:
- Allevamento estensivo o semi-estensivo
- Alimentazione a erba e fieno con integrazione di materie prime certificate NO OGM
- Benessere animale certificato CReNBA nei periodi in stalla
I controlli in merito sono effettuati dalla dottoressa Michela Barison e da gennaio 2021 verranno presieduti anche dal Dipartimento di Qualità Agroalimentare.
I benefici derivanti da allevamenti estensivi e semi-estensivi sono molteplici, tra questi si annoverano: la concimazione spontanea del terreno, la riduzione nella superficie di terreno necessaria per la coltivazione di cereali destinata all’alimentazione dei bovini e il rispetto per gli animali, che vengono alimentati principalmente con mangimi e cereali. Del metodo “Pascol” beneficiano tutti gli attori coinvolti: in primis il consumatore, che è messo a conoscenza del necessario rispetto al prodotto; in secondo luogo si valorizza il sistema di persone che lavorano, le quali peraltro vengono strapagate rispetto al resto del mercato; per ultimo – ma non per importanza – è fondamentale l’impatto non negativo sull’ambiente. Sul loro sito potete trovare molte altre informazioni.
Parlare di sostenibilità è oggi fondamentale: occorre educare e sensibilizzare i consumatori rendendoli consapevoli delle scelte dell’azienda, come anche riconsiderare i paradigmi produttivi. Pascol è una realtà nata grazie all’impegno di giovani coscienti dei problemi esistenti e pronti a mettersi in gioco per proporre una soluzione.
Giulia Farina