Il cigno nero rappresenta l’uccello più odiato nel mondo della finanza. Esso viene definito come un evento imprevisto che porta con sé catastrofi economiche inaspettate. Attualmente, come noto a tutti, è ancora in volo nel mondo.
Numerose sono state le ipotesi fatte riguardo le possibili conseguenze ma non tutte si sono mostrate effettive. Il primo paese che ha visto questo cigno volare sulla propria testa è stata proprio la Cina, la quale una volta terminato il lockdown si è dimostrata il Paese che non può vivere senza il “lusso”.
Dopo un iniziale crollo, che ha mostrato l’importanza degli acquirenti cinesi per questa industria, la pandemia non ha fatto altro che aumentare la già crescente dipendenza che il popolo cinese mostrava verso il fasto.
Secondo gli ultimi rapporti messi a punto dalle società di consulenza Bain & Company e l’italiana Altagamma, nonostante la sofferenza impartita nei primi mesi di reclusione, il mercato del lusso cinese è già sulla via della ripresa.
Se in un momento di crisi le donne non possono venire meno all’acquisto di un rossetto (Lipstick effect), la popolazione cinese invece non può evitare di profondere il proprio denaro nell’acquisto di prodotti aventi etichette da tre zeri o più. Possiamo quindi dire di aver dato vita ad un nuovo fenomeno: il “luxury effect”.
Gli acquirenti cinesi generano un attivo all’interno di questo settore elevatissimo, effettuando acquisti sia all’interno del loro paese che all’esterno, mostrano loro un appetito per il lusso maggiore rispetto agli europei e agli americani.
Non appena hanno ricevuto il “via libera”, il negozio del famigerato marchio francese Hermès ha rilevato 2,7 milioni di dollari di vendite in un solo giorno. Ciò va a favore di un’ipotesi di ripresa economica da realizzarsi in tempi più brevi in Cina rispetto a tutti gli altri paesi affetti da Covid-19.
“L’economia cinese dovrebbe essere la meno danneggiata dalla crisi”, ha detto Luca Solca, analista del lusso della società di investimenti Bernstein, a McKinsey e Business of Fashion in un rapporto sullo stato della moda dopo il coronavirus. Ha previsto in questo modo che gli acquirenti di lusso cinesi diventeranno “ancora più importanti”.
Entro il 2025 si stima inoltre che l’importanza degli acquirenti cinesi risulterà ancora maggiore: rappresenteranno almeno la metà del totale delle vendite del settore lusso a livello mondiale. Secondo gli analisti, essendo attualmente impossibilitati ad effettuare spostamenti al di fuori dei confini nazionali, aumenteranno di gran lunga gli acquisti che verranno effettuati in patria.
Claudia D’Arpizio, importante partner della sopra esposta Bain, ci spiega che «Questa tendenza, unita a una crescente base di clienti alimentata dalla classe media cinese, e in particolare dalle giovani generazioni nativi digitali, porterà la Cina a diventare il primo mercato del lusso entro il 2025».
Se la fenice rinasce dalle sue ceneri, il cigno nero cinese ha la particolarità di rinascere dall’oro.
Greta Coccia