IL FUTURO DEL DIGITAL PR – GLI INFLUENCER DIGITALI

“- Samantha ma con quante persone parli mentre parli con me?
– 8316.
– E di quanti di questi ti sei innamorata?
– 641. Ma questo non danneggia l’amore che provo per te.” 

Questo breve dialogo riassume uno dei film che maggiormente viene citato nelle aule di digital advertising: Lei, film del 2013 diretto da Spike Jonze, racconta dell’amore controverso ma, allo stesso tempo, utopico tra Theodore e un sistema operativo dotato di intelligenza artificiale, Samantha. Particolarità di questo sistema operativo, oltre la voce femminile e sensuale è la capacità di apprendere e provare emozioni umane compreso l’amore e la gelosia.

Agli spettatori del 2013 questo rapporto tra fisico e digitale probabilmente sembrava un dilemma di sociologia dei consumi che tendeva più alla fantascienza che alla realtà. Oggi le cose sono decisamente diverse: interagiamo quotidianamente con intelligenze artificiali che “abitano” nei nostri smartphone e sempre più anche nelle nostre case, grazie agli home speaker.

E se oltre ad una voce, che si basa su algoritmi capaci aiutarci nel quotidiano e di apprendere dalle nostre abitudini, questi sistemi assumessero delle sembianze umane, in grado di aggregare audience e diventare veri e propri brand ambassador?

Questa la nuova sfida presentata all’ultima edizione del CES 2020 di Las Vegas: gli influncer virtuali sono stati presentati dal brand L’Oréal. Si tratta di avatar creati digitalmente e che possono essere personalizzate nei tratti somatici, nell’abbigliamento, nel colore della pelle: veri e propri modelli che, collocati in contesti diversi, popolano i post dei principali brand mondiali.

Immedesimandosi in un brand che fa dell’influncer marketing la sua strategia cardine, superato un investimento iniziale nella realizzazione in grafica 3D dell’avatar stesso, si escludono i costi da sostenere per uno shooting, i costi logistici di invio dei capi, i costi di fee delle campagne con società terze e molte altre spese collaterali.

Si può, quindi, assumere la proprietà di un ambassador virtuale che, secondo quanto riporta HypeAuditor, può avere un tasso di coinvolgimento tre volte superiore a quello di un collega in carne ed ossa.

Uno degli esempi è quello di Daisy: influencer virtuale protagonista di quasi tutti i post del brand specialista in fashion eCommerce Yoox. Obbiettivo principale di Daisy è quello di rendere il brand “umano”, aumentando il dialogo con gli utenti e rispondendo ai messaggi degli stessi.

Le sembianze sono in tutto e per tutto quelle di un umano e in molti post si fa fatica a riconoscere l’immagine 3D da una fotografia.

La domanda da porsi ora è se questa sia una nuova tendenza di digital PR oppure una moda “stagionale”. Quello che è certo è che il fenomeno sia in forte crescita, che i numeri sui profili social degli avatar crescano sempre di più e che sempre più brand si stiano interessando a questa nuova forma di comunicazione.

Fonte HypeAuditor: https://hypeauditor.com/blog/the-top-instagram-virtual-influencers-in-2019/#er

Alberto Bagnato