«Benvenuti in un mondo in cui tutto è possibile, i contrattempi sono probabili e la più bella avventura è essere sé stessi». Il 3 gennaio 2020 è andata in onda su Netflix la terza e ultima stagione di Chiamatemi Anna (Anne With An E) che vede come protagonista la tanto amata Anna dai capelli rossi in una veste nuova. La serie, seguita da un’audience particolarmente ampia e affiatata, e poco conosciuta dal pubblico generale, incoraggia ad osservare il mondo e ciò che ci circonda con una mente aperta e sempre con positività, impartendo lezioni incredibilmente moderne e dirette alle persone di ogni età.
Chiamatemi Anna ci accompagna nella vita di una giovane orfana con la parlantina e un grande cuore, che all’età di 13 anni viene adottata dai fratelli Marilla e Matthew Cuthber. L’accoglienza a Green Gables, paese radicato nelle vecchie convinzioni, e nella nuova scuola non è la migliore, ma la positività di Anne e la sua intelligenza riescono a farle superare ogni difficoltà. Anne è sempre pronta a difendere i propri amici e lottare per ciò che è giusto e in questo modo ottiene l’ammirazione e l’approvazione di tutto il villaggio. Ma il dubbio sulla sua origine perseguita Anne fino all’ultimo episodio della serie che le concede un lieto fine.
In mezzo ad un turbinio di eventi, si affrontano temi importanti che strizzano l’occhio non solo alle politiche anti-immigrazione di Donald Trump, ma anche al movimento del Me Too, raccontati con giusta realtà rispetto alla società di allora, ma ancora tanto attuali come la xenofobia nei confronti dei neri e dei pellerossa e la violenza di genere, uomini che violano i desideri delle donne senza il loro consenso, donne che non hanno voce in capitolo. Sono temi universali, introdotti in modo spontaneo, nella quotidianità di tutti i giorni, con l’obiettivo di “rieducare” la Generazione Z, trasmettendogli i valori di uguaglianza, amicizia e rispetto. Di particolare impatto è stato il modo con cui è stato trattato il tema della censura e libertà di stampa, della quale troppo spesso ci dimentichiamo l’importanza.
Per questo motivo i fan, quando Netflix ha annunciato la cancellazione dello show senza motivare la decisione, hanno fatto di tutto per riaverlo indietro. Sul social network Twitter, l’hashtag #renewannewithane è salito subito in tendenza mondiale e sta continuando a fare il giro chiedendo ad altri servizi di streaming di intercedere e mandare in onda una quarta stagione. Sono state create petizioni che hanno raggiunto più di 200.000 firme e inviate alle case di produzione, CBS e Netflix, ma senza ottenere il risultato sperato. Ma quello che è iniziato online, si è diffuso anche nel mondo reale con l’affissione di enormi cartelloni pubblicitari a New York a Times Square, Toronto e Phoenix, grazie al crowdfunding organizzato dal gruppo “Anne with an E Fan Projects”. Questo è arrivato subito agli occhi dei produttori e attori del cast che hanno postato sui social la loro ammirazione e affetto nei confronti del fandom, salutando per l’ultima volta i loro amati personaggi.
Le tre stagioni di Chiamatemi Anna, per un totale complessivo di 27 episodi, sono un grande vortice di positività, umanità e affetto che ci permettono di guardare il mondo che ci circonda, la natura, le persone a noi care, con uno sguardo diverso e ci insegna ad apprezzarle di più. Forse è proprio quello che ci serve per affrontare questi giorni difficili di quarantena.