TALES FROM THE LOOP: TRA FANTASCIENZA E POESIA

È da poco uscita sulla piattaforma Amazon Prime Video Tales from the loop, la nuova serie drama retrofuturista targata Amazon Original dedicata ai più piccoli, dove il mondo della fantascienza e quello della poesia si incontrano.

Ideato da Nathaniel Halpern e composto da otto episodi, Tales from the Loop è tratto dall’omonimo libro e da una serie di illustrazioni dell’artista svedese Simon Stålenhag che hanno riscosso grande successo in rete, soprattutto sui social, Instagram e Tumblr su tutti.

La serie, ambientata in una zona rurale dell’America in un passato alternativo degli anni ‘80, racconta la storia dell’emozionante e stravolgente incontro tra gli abitanti di un piccolo paesino di campagna dell’Ohio e la tecnologia, qui rappresentata dal “Loop”, un grande acceleratore di particelle che permette a tre generazioni di viaggiare nel tempo e di scambiarsi le identità. Questo incontro darà vita ad una connessione speciale che cambierà definitivamente le vite dei protagonisti, costretti a ricredersi su ciò che prima era solo fantascienza, ma che adesso è finalmente realtà. Una realtà in cui i personaggi, collegati l’un l’altro, avranno la possibilità di conoscere, episodio dopo episodio, il reale effetto del tempo sui sentimenti delle persone.

Per molti aspetti il mondo ucronico rappresentato dal regista è rimasto fedele al testo e alle illustrazioni dell’artista svedese, come testimoniato da diverse scene che, nel ritrarre il paesaggio circostante e le tecnologie ormai obsolete e decadenti, richiamano le pennellate di colore utilizzate nei dipinti di Stålenhag, Tuttavia, per altri versi, la serie se ne discosta totalmente, come possiamo notare dall’ambientazione geografica che fa da sfondo alla storia: nel libro è quella di una cittadina svedese, mentre nel serial la trama si sviluppa nella campagna statunitense.

Nonostante questa discrepanza con la versione originale, la serie è stata capace attraverso ritmi meditativi, lunghe pause e suggestivi coinvolgimenti emotivi di ampliare gli spunti visivi e narrativi offerti da Stålenhag e di coniugare sapientemente il complesso tema della fantascienza ad alcuni spunti di riflessione. In questo modo il regista è stato in grado, come in una poesia, di dar vita ad un racconto coinvolgente e sentimentale capace di condurre per mano lo spettatore in una valutazione interiore sulla differenza tra gli esseri umani e la tecnologia. Una diversità che mette in luce la mortalità dell’uomo in quanto parte della natura, a dispetto della tecnologia che, essendo generata dall’uomo, continua ad esistere, seppur come rudere.

Responsabili della buona riuscita della serie sono indubbiamente il cast stellare, le musiche di Philip Glass e Paul Leonard-Morgan, le atmosfere retro-futuriste ideate dal regista e le riprese realizzate dalla troupe: un insieme di elemente che permette a Tales from the Loop di confermarsi come una delle scommesse più innovative e riuscite di questa prima parte del 2020.

Laura Attinà