SPORTY: UN’APP SINONIMO DI CAMBIAMENTO

Lo scorso 4 dicembre è stata lanciata una sfida ad un gruppo di 100 studenti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore: progettare una campagna di comunicazione vincente per l’app Sporty. Durante l’Hackathon tenutosi al Palazzo della Regione Lombardia con il kick-off nella splendida cornice del Belvedere del 39° piano abbiamo messo a frutto le nostre capacità. 

Tutti noi abbiamo intrapreso un percorso formativo che ha come obiettivo quello di farci transitare dai banchi di un’aula universitaria al mondo del lavoro; il che significa che bisogna iniziare a mettersi in gioco e anche, perché no, a sbagliare. È questo il momento per “farsi le ossa” ed è la ragione per cui voglio parlare dell’Hackathon: per invitare tutti noi (me compresa) a metterci sempre in discussione e a provare, sperimentare e imparare il più possibile. Ma procediamo con ordine.

L’obiettivo della sfida lanciata dalla Regione era quello di sviluppare un piano di comunicazione per Sporty. È questo il nome della nuova app creata in previsione delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina del 2026. Le sue potenzialità sono notevoli: mette in luce il territorio della Lombardia e tutto ciò che offre. Non fatevi ingannare dal nome: Sporty non parla solo di sport, ma di arte, benessere, cibo e chi più ne ha più ne metta, tutto legato alla montagna. È un progetto ambizioso, in cui molte persone credono: infatti parliamo di un’app “istituzionale” che vuole staccarsi da ciò che questo aggettivo spesso suscita nella mente delle persone. Sporty vuole essere la svolta e tutto, dalla grafica all’interfaccia alle funzionalità, è fatto per adattarsi al singolo utente e alle sue esigenze.

Divisi in 10 squadre abbiamo quindi lavorato ininterrottamente dalla mattina al primo pomeriggio per sviluppare i nostri progetti. È stata una maratona, sfiancante ma divertente. A fine giornata hanno avuto luogo le presentazioni di tutti i gruppi di ragazzi davanti a una giuria di docenti e dirigenti di Regione Lombardia e ai colleghi del corso. Anche la presentazione è stata sfidante perché ogni gruppo aveva a disposizione al massimo 3 minuti, per entrare nella dinamica del pitch elevator.  

Ciò che è emerso è stato notevole: per molti di noi era la prima esperienza di questo tipo, siamo stati “buttati nell’arena” e ha funzionato, perché da ogni progetto è emerso qualcosa di interessante e di istruttivo per tutti. 

Il mondo dei social ha delle dinamiche particolari da cui si può trarre grande beneficio se le si sa gestire. Indubbiamente la nostra generazione ha un vantaggio dato dal fatto di aver visto nascere e svilupparsi questi ambienti, ma bisogna fare un gran salto per poterli sfruttare a livello lavorativo. Durante le presentazioni sono emerse idee interessanti: non sono a livello di hashtag, ma anche di slogan accattivanti e possibili partner con cui collaborare. Grande punto di forza di questa opportunità è stato farci capire come ogni aspetto, anche quello che può sembrarci banale o marginale, vada curato e pensato con attenzione: nulla deve essere lasciato al caso.

La vera sfida è stata quindi quella di concepire qualcosa che potesse davvero funzionare e alla fine ci siamo riusciti! Se volete saperne di più se ne parla anche sul sito dell’Università.

Concludo augurando a tutti noi tante esperienze come questa (e scaricate Sporty, mi raccomando!).

Federica Cataldi