Colori sgargianti, feste danzanti, visi delicati: no, non siamo nella Ville Lumière di inizio Novecento, ma nel cuore di Milano, a Palazzo Reale, che dal 17 ottobre 2019 al 1 marzo 2020 ospita la mostra “Guggenheim. La collezione Thannhauser, da Van Gogh a Picasso”.
Per la prima volta la collezione di Justin K. Thannhauser, esposta permanentemente al museo Guggenheim di New York, arriva in Europa e il museo della capitale lombarda è la terza ed ultima tappa del tour dopo il Guggenheim di Bilbao e l’Hotel de Caumont di Aix-en-Provence.
La mostra ci trasporta a cavallo tra XIX e XX secolo, periodo in cui le correnti artistiche impressioniste e post-impressioniste si mescolano alle prime rivoluzionarie opere delle avanguardie. Infatti, l’esposizione si propone come una sorta di variopinta linea del tempo in cui possiamo osservare i cambiamenti avvenuti nel mondo dell’arte.
Le prime opere che troviamo appartengono ad alcuni dei pionieri del movimento impressionista: Édouard Manet e Pierre-Auguste Renoir, che abbandonano momentaneamente i soggetti paesaggistici e si dedicano a ritratti di giovani donne dell’alta società: tra vestiti pregiati e abitudini mondane possiamo ammirare opere come Davanti allo specchio e Donna con pappagallo. Se si parla di Impressionismo non poteva di certo mancare Claude Monet, che con il suo Palazzo Ducale visto da San Giorgio Maggiore ripropone i paesaggi e i giochi di luce caratteristici della corrente della seconda metà dell’Ottocento.
Man mano, le forme si fanno meno evanescenti e i colori più saturi, segno del passaggio alla corrente post-impressionista: compaiono i nomi di Paul Cézanne con le sue nature morte e Paul Gauguin e i suoi tipici paesaggi esotici. Spiccano le pennellate inconfondibili e impetuose di Vincent Van Gogh, che ci mostra la Provenza attraverso i suoi occhi nel quadro Montagne a Saint-Rémy.
Lo spettatore ha occasione di ammirare i quadri di un Pablo Picasso un po’ inedito: possiamo notare, infatti, la graduale ascesa verso il Cubismo, partendo dalle luci soffuse e gli sguardi malinconici del Moulin de la Galette (locale parigino che fu già soggetto di un opera di Renoir, ma con un’atmosfera decisamente più spensierata) fino ai più singolari Donna con i capelli giallie L’aragosta e il gatto.
In una delle sale, ammiriamo la storia della collezione che Justin K. Tannhauser, rimasto senza eredi, donò alla Solomon R. Guggenheim Foundation nel 1963: si leggono le lettere scritte di suo pugno agli artisti più influenti di quegli anni e le foto di casa Tannhauser, luogo di ritrovo di personaggi di spicco degli ambiti della cultura e dell’arte.
Per quanto diverse possano apparire, tutte le opere hanno in comune il potere di mostrarci il mondo dal punto di vista dei maestri che li hanno dipinti, celebrando ogni forma di varietà e di soggettività.
Le opere esposte a Palazzo Reale ci danno l’opportunità di viaggiare nel tempo e nello spazio per poche ore, immaginando di essere nella Grande Mela ad ammirare i capolavori che hanno segnato un’epoca.
Sofia Leoni