“LE MILLE E UNA LAUREA”: INTERVISTA A FILIPPO CACCAMO

È giovane, frizzante, dinamico, passiamo al “tu” prima di arrivare alle domande, ha una miriade di progetti in ballo e tanta voglia di fare. Filippo Caccamo è venuto a trovarci in Università Cattolica per incontrare gli studenti e per parlarci del suo nuovo spettacolo. Racconta il mondo dell’università con l’occhio di un ventenne di provincia e con la comicità che contraddistingue i suoi video clip che impazzano nel web. Lo spettacolo “Le mille e una laurea”, con la regia di Paolo Ruffini e prodotto da Non C’è Problema, è un susseguirsi di aneddoti e riflessioni tra panico da esami, viaggi da pendolare, aperitivi, sessioni di studio, feste in discoteca e colpi di fulmine.

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Filippo Caccamo a dx

Stiamo perdendo sempre più la fiducia nei social sia per la forte opposizione realtà offline/contenuti postati sui social, sia a causa delle violazioni della privacy, tu invece ne hai fatto la tua fortuna. Qual è il tuo rapporto con queste piattaforme?
Esiste una differenza tra il Filippo di YouTube e il Filippo reale?
Anzitutto sì, esiste ovviamente una differenza tra quello che faccio e quello che sono sui social e il Filippo reale. Necessariamente il video ti limita in quello che puoi raccontare: il Filippo reale attore e il Filippo social sono due persone molto diverse; quando faccio un live ho la possibilità di parlare di molte più cose, quindi c’è evidentemente differenza. Il mio rapporto coi social è ovviamente molto stretto: devo tutto ai social. Ho sempre fatto teatro nella mia città con 300 persone e non avrei mai pensato a un successo tale che è arrivato sui social e che ringrazio moltissimo.

Dietro il personaggio che hai costruito ovviamente c’è una macchina che lavora in termini di strategie comunicative: quanto è importante il team working e qual è la challenge nella gestione del tuo personaggio? 
Il team working è oltre il fondamentale! L’ho sempre detto, e se non fosse per Isa (la sua communication manager ed ex CIMER, ndr) e per gli altri del team, potrei fare solo dei video in cameretta e stop. Ci vogliono necessariamente figure professionali che escono dalle vostre facoltà e che aiutino il creator a gestire il pubblico, a gestire la propria immagine con delle competenze che solo voi avete. Queste figure devono essere sempre più preparate e specializzate proprio perché il mercato è sempre più ampio, e per questo necessitano di dedicarsi anche alla gestione del personaggio. È tosta! La sfida è sempre altissima e quando arrivi a 25 anni in un teatro così grande è bello, d’altro canto devi avere sempre un livello top che non è facile.

Quali sono i nuovi trend della comunicazione sui social e soprattutto perché un personaggio che nasce sui social decide di passare al teatro?
I trend sono vari, fortunatamente molto vari: c’è il comico, c’è il cantante… adesso siamo pieni di cantanti! Ci sono fashion blogger, ci sono fotografi, eccetera eccetera. Quindi i trend ci sono, le possibilità per venire fuori ci sono, ma è un sistema piramidale in cui quello che ti differenzia è la banalissima e semplicissima originalità. Quando ho deciso di fare i video sull’università mi sono lanciato perché non c’era nessuno che faceva video su questo tema! Ecco perché bisogna cercare di fare foto uniche, di essere una fashion blogger unica e di cantare in maniera unica, bisogna avere la capacità di trovare la propria nicchia. L’unicità è ciò che deve necessariamente venire fuori dai trend che invece sono i più comuni. Io ho fatto prima teatro, sono nato a teatro e ho fatto un anno di Zelig nel 2016 e altri spettacoli a Lodi (sua città di nascita, ndr) tra il 2013 e il 2015. Siccome i video ora li vedono migliaia di persone ho detto non buttiamoli via, ma portiamoli a teatro!

Nei tuoi spettacoli proponi uno spaccato della nostra generazione con una buona dose di comicità e ironia, toccando temi anche molto importanti senza mai risultare pesante. Che consiglio senti di dare ai giovani neo-laureati alla ricerca del lavoro dei sogni?
Questa è tosta… è tosta perché è molto importante! Viviamo in un periodo di transizione, pensa che siamo passati da qualche centinaio di indirizzi universitari di qualche anno fa a 5.117 indirizzi tra cui un Corso di Laurea sul Benessere del Cane e del Gatto dell’Università di Bari! Avremo un’ondata di laureati estremamente specializzati in un settore specifico che però non so quanto possano trovare effettivamente collocazione. Chi vincerà? Secondo la mia personalissima opinione si differenzierà chi ha quel grado di preparazione in più, il mio consiglio è sempre quello di non fermarsi: oggi un triennalista a un colloquio avrà sempre a che fare con laureati magistrali, con esperienze all’estero, master e specializzazioni. Quindi il mio consiglio è quello di non fermarsi: è questo il messaggio che voglio dare ai giovani!

Mirko Olivieri

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