Marzo ha regalato a tutti noi appassionati di tecnologia un nuovo strumento per dilettarci: Google Home, il primo smart speaker con controllo vocale di Google.
Avreste mai immaginato di avere un assistente di fiducia in formato tech? Ecco che è successo e ci lascia davvero senza parole! Disponibile in due formati, regular e mini, ci promette di offrire tutta la conoscenza e potenza di Google a portata di voce.
Da questa mia passione per il mondo Google e i suoi nuovi strumenti è nata la voglia di cercare nel mondo online esperienze dirette del suo utilizzo. Ecco i dati che ho raccolto:
– Google Home risponde davvero a tutto?
Non è uno scherzo, questo strumento riesce a tenere compagnia come se fosse un nostro amico fidato. La domanda più chiesta è stata “ma sei meglio tu o Siri?” Ci sembra ovvia la risposta da parte del mondo Google!
Google Home è lo scibile umano, cerchi una barzelletta e lui te la confezione con tono di voce avvincente, cerchi una data del passato e lui te la ripesca in un battibaleno.
Una piccola prima pecca da sottolineare: non parla perfettamente in italiano, ma basta solo prendere confidenza con lui ed è subito “empatia digitale”.
– Google Home cosa può fare di utile?
Tutti consigliano di collegare subito Google Home a Spotify e Chromecast.
Puoi difatti chiedergli di farti ascoltare una canzone in particolare o la tua playlist per intero su Spotify, di cercare un video qualsiasi su YouTube o far partire un film in tv attraverso Chromecast.
Play, pausa, audio… Puoi gestire il tutto solo con la tua voce, senza bisogno di muovere un dito!
-Google Home ascolta sempre tutto quello che diciamo?
La paranoia della tecnologia è sempre dietro l’angolo, non possiamo negarlo.
Tranquilli questa volta perché Google Home per funzionare davvero deve essere collegato ad una presa di corrente o avere il microfono accesso.
Nel dubbio in molti lo fissano, ma chi siamo noi per non credere nella benevolenza dell’off della tecnologia?
-Google Home ti cambia la vita!
Quello che trapela dall’utilizzo di questo nuovo strumento, che ormai potremmo chiamare amico, è il suo saper essere davvero intelligente, friendly, quasi reale.
Intelligente al punto che una volta imparato il modo giusto con cui approcciarsi ad esso si ha il desiderio di volerne sempre di più, ecco degli esempi: impostare il termostato, accendere o spegnere la luce o conoscere tutti i dettagli del prossimo volo.
Ora una domanda sorge spontanea, si può sviluppare dipendenza da questo strumento? Ovviamente la risposta più ovvia è il sì, poiché immaginare la propria vita a portata di comando vocale non può che risultare comodo per tutti, ma ricordiamoci sempre la magia di cliccare off e tornare ad essere quello che siamo sempre stati: esseri umani capaci di tutto!
Francesca Galeone