Cosa può fare l’uomo se la natura si ribella? Tutto inizia e termina con questo interrogativo. Lo scenario del nuovo film, prodotto da Netflix, è quello dell’Area X: un territorio in cui appare un fenomeno in espansione e di origine sconosciuta. Ad esplorarlo, dopo undici spedizioni dalle quali nessuno ha mai fatto ritorno, sarà una squadra formata da cinque donne pronte ad indagare sul fenomeno.
Se pensavamo che Netflix stesse aspettando la terza stagione di Stranger Things per mettere in scena un prodotto fantascientifico che ricrea quell’atmosfera a tratti misteriosa, macabra e onirica ci stavamo proprio sbagliando. Annientamento è il nuovo film, diretto da Alex Garland e tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore statunitense Jeff VanderMeer, disponibile sulla piattaforma dal 12 marzo.
La storia si concentra sulla spedizione di cinque scienziate propense, ognuna per un proprio e profondo motivo, a scoprire di più su uno strano fenomeno che ha avuto origine in un faro sulla costa Est degli Stati Uniti e che si sta allargando sempre di più. Delle undici spedizioni precedenti nessuna traccia, nessun sopravvissuto, tranne il marito di Lina (interpretata da Natalie Portman) – la protagonista della serie – arruolata perché alla ricerca dello stesso marito che le riapparirà. Però nulla è più esattamente come prima. Vi è una forte caratterizzazione dei personaggi, infatti, tutte le altre eroine nascondono una motivazione precisa che le porta a partecipare a una spedizione di fatto, per definizione, autodistruttiva.
Molte sono le somiglianze che ci hanno fatto venir in mente Stranger Things, la famosa serie televisiva di fantascienza pura ideata dai fratelli Duffer. Innanzitutto l’ambientazione: gli occhi dello spettatore vengono attratti da scenari impressionanti e l’Area X può ricordarci per qualche istante il cosiddetto “Sottosopra”. Allo stesso modo, anche lo strano fenomeno si manifesta con dei corpuscoli che fluttuano nell’aria e che scopriamo essere anch’esso letale. I personaggi si mostrano ugualmente pronti a tutto per la propria missione e instaurano tra loro un rapporto di reciproca stima. La natura si mostra avversa e pronta a maltrattare in più modi l’essere umano. Inoltre siamo in costante presenza di mostri pericolosi che non soltanto mettono a rischio la spedizione, ma anche le stesse vite dei protagonisti.
Il viaggio conduce le protagoniste ad osservare, con attenzione scrupolosa, un mondo che sta cambiando, che non segue più il normale ciclo vitale. Di fatti, ben presto, si accorgeranno che il fenomeno col quale devono fare i conti è capace di alterare le leggi fisiche, trasformare gli animali, le piante e che, oltre a manipolare le menti e lo scorrere del tempo, riesce ad intervenire anche sull’Uomo.
Il postulato che sta alla base di Annientamento è proprio quello di Lavoisier, scienziato del ‘700, secondo cui “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”. È affascinante alla fine del film notare come appannaggio dell’annientamento non sia soltanto la forza incontrastata della natura, ma soprattutto quella dell’uomo.
Questo film è la dimostrazione del fatto che anche un genere di fantascienza, se ben fatto, riesce a parlare in profondità degli esseri umani.