POVERE CREATURE: L’INNO CINEMATOGRAFICO ALL’EMANCIPAZIONE FEMMINILE 

In un mondo maschilista dominato dal patriarcato pochi sono i film che riescono a fare un’esplorazione potente e profonda del ruolo della donna come Povere Creature di Yorgos Lanthimos

In una società come la nostra, afflitta dal maschile sovra-esteso, diventa urgente la risposta del film a un’interpretazione errata del ruolo della donna. Nel mondo alternativo e distopico di “Povere Creature” la donna, relegata a vivere un ruolo di subordine, priva di potere decisionale, mostra tutta la sua forza nel combattere certi meccanismi tanto concreti e attuali del nostro mondo. 

Bella Baxter, la giovane protagonista del film, interpretata con grande intensità da Emma Stone, vincitrice dell’Oscar come miglior attrice protagonista, si trova vittima di un esperimento di laboratorio. Resuscita in un corpo che non sente suo ma con cui, gradualmente, prenderà familiarità e padronanza. 

È l’inizio di una ricerca nuova di se stessi, di una nuova identità, una seconda possibilità che ottiene Bella per ribellarsi alla sua vita precedente in cui era sottoposta alle decisioni, spesso volubili, di un uomo. Ma è anche l’inizio di un viaggio nel mondo, delle mille opportunità che si presentano di volta in volta, della possibilità di scelta che sfida la società patriarcale verso cui Bella si erge a combattente. 

È la storia di un riscatto personale, di una forza incontrollabile che si oppone alle oppressioni. 

È la storia di una donna, di tutte le donne ma è anche la storia di ognuno di noi, della resistenza e della fatica che proviamo a vivere in un mondo dove le regole sono state dettate dagli altri. 

Attraverso Bella noi tutti sfidiamo le convenzioni, viviamo vite che non sono le nostre ma che desideriamo ardentemente, assaporiamo la libertà di poter dire davvero ciò che pensiamo e di fare davvero ciò che vogliamo. In una società sempre più interconnessa, in un mondo in cui siamo soli ma messi continuamente sotto la lente del mondo diventa fondamentale condividere con forza certi messaggi. 

Messaggi veicolati attraverso film come questi che utilizzano una storia come critica sociale, come riflesso non così distante da ciò che viviamo tutti i giorni, di ciò che ci è sotto agli occhi nella nostra quotidianità, attraverso figure quasi grottesche, esagerate ed esasperanti, ci permettono di riflettere su ciò che abbiamo fatto fino ad oggi ma soprattutto su quale strada scegliere per il futuro, nostro e quello delle nostre figlie e dei nostri figli. 

La seconda vita di Bella non è solo una storia di rinascita organica ma anche una rinascita spirituale e morale, un passaggio dallo stato di minorità presunta a quello di superiorità conquistata. Uno spaccato sul nostro mondo, una visione unica nel suo genere, un nuovo manifesto di lotta che tutte le donne possono usare per creare un plotone compatto e potente. Un invito in grado di ispirare tutti gli uomini, per stimolare una riflessione potente e profonda sul contributo che ognuno di noi può dare per cambiare le cose e lottare per un futuro più equo e giusto.

Matilde Martini