Una delle battaglie più significative del XXI secolo riguarda senza dubbio l’inclusività e la diversità. Essere unici, particolari e dotati di background differenti non deve rappresentare uno scoglio insormontabile, bensì un motivo di crescita e di arricchimento. Sono innumerevoli le situazioni in cui a prevalere sono i pregiudizi, le prime impressioni, le sensazioni più o meno positive che nascono dall’incontro con un’altra persona e i parametri tramite i quali si esprimono sentenze spesso troppo affrettate. Tutt’ora il mondo del lavoro sta cercando di combattere contro queste tipologie di atteggiamento, cercando di educare i propri dipendenti ad accettare e ad approfittare delle diversità. Questo è ciò che realtà come Henkel (azienda operante in tre aree strategiche: home care, personal care e Adhesives, Sealants & Surface Treatment) sono state in grado di fare.
Almeno una volta in questi ultimi anni sarà capitato di imbattersi nella domanda virale: “Testa o cuore?”. Un quesito che racchiude in sé la vera essenza dell’essere umano, il quale ogni giorno si trova a dover prendere delle decisioni servendosi maggiormente di uno o l’altro di questi due strumenti. Strumenti che possono risultare dei veri e propri ostacoli nella vita quotidiana. Gli studiosi parlano di “bias cognitivi”, ovvero quei costrutti e modelli che non permettono all’individuo di essere totalmente oggettivo e lucido nei suoi giudizi. Ne sono un esempio tutti gli stereotipi e i pregiudizi, che portano ad associare determinate caratteristiche di una persona al fatto che essa sia intelligente, brillante, determinata o competente, oppure che sia esattamente l’opposto. Le esperienze vissute, le proprie convinzioni, la cultura, gli insegnamenti assimilati e l’educazione avuta sono anch’essi fattori che concorrono a creare una barriera verso chi non rispetta i canoni ritenuti corretti per essere degno di rispetto o di considerazione. Quanto frequentemente nella vita quotidiana capita di essere esclusi da determinate situazioni solamente perché considerati diversi e quindi meno meritevoli rispetto ad altri? Quante volte il solo fatto di provenire da un Paese diverso, di essere una donna, di aver frequentato una certa università, di avere un certo background professioale o di avere delle debolezze è stato motivo di discriminazione? In questi casi è solamente la testa a costruire un muro, un muro che nemmeno il cuore è in grado di infrangere.
Ponendo l’attenzione sul contesto lavorativo, capita che non tutti i dipendenti di un’azienda si sentano ben integrati, liberi di esprimersi, rispettati e parte di un gruppo. Accade che l’avere proprie peculiarità sia visto come motivo di demerito e di vergogna, al posto di essere elogiato. Fortunatamente, esistono realtà come Henkel che non ragionano in questo modo. All’interno di Henkel la tematica di Diversity&Inclusion è centrale e ben radicata nei valori aziendali. L’HR Business Partner Head Consumer Businesses di Henkel Italia, Daniela Santini, afferma che: “L’inclusione e la valorizzazione della diversità sono parte integrante della nostra cultura aziendale, nonché fonte di un importante vantaggio competitivo”. Il fatto di avere background, etnie, età, convinzioni, educazioni, skills, attitudini, passioni ed esperienze diverse è il punto di partenza per costruire un’azienda forte, aperta mentalmente e pronta ad affrontare i problemi quotidiani. Lo dimostrano sia la presenza di una community, Pinkom, formata dai dipendenti di Henkel con l’obiettivo di rendere ancora più inclusiva l’organizzazione, sia la proposta nel corso del tempo di svariate iniziative, tra cui le Diversity Week, oltre all’adempimento di progetti quali I Am Remarkable, tutti con l’obiettivo di far accettare pienamente le diversità includendo ciascun dipendente. Degno di nota è il progetto #diversaMENTE, grazie al quale il concetto di inclusione assume una veste sempre più concreta e fresca tramite gli interventi di ospiti e testimonial che condividono le loro esperienze. Anche la questione del Gender Equality non è lasciata in disparte, l’hashtag #BreakTheBias è molto sentito in Henkel, per cui le donne devono essere valorizzate, ascoltate e incluse nell’ambiente lavorativo.
È evidente che la meta è ancora lontana; dovranno essere percorsi parecchi chilometri prima di poter essere soddisfatti del risultato ottenuto in merito al concetto di diversità. Una certezza però c’è, le premesse per ora fanno ben sperare. Se grandi aziende come Henkel, servendosi di: determinazione, impegno e perseveranza, riescono a contribuire alla creazione di un mondo inclusivo, ci aspettiamo che anche le altre seguano questo esempio.
Federica Vallazza
