Il mare, con i suoi infiniti tesori naturali, è uno degli ecosistemi più importanti del nostro pianeta. Ma, purtroppo, le nostre società lo hanno trasformato in una vera e propria discarica per ogni tipo di rifiuto.
Per sensibilizzare le persone sull’importanza della protezione del nostro ambiente marino, l’11 aprile si celebra la Giornata Mondiale del Mare.
Il WWF, in occasione di questa giornata, ha lanciato il progetto RI-PARTY-AMO, un’iniziativa concreta che vuole coinvolgere giovani, scuole, famiglie, aziende e comunità intere nella pulizia e nella salvaguardia dei fiumi, delle spiagge e dei fondali. L’obiettivo è quello di sensibilizzare quante più persone possibili sulla necessità di proteggere il nostro ambiente marino.
Tra i tanti rifiuti che finiscono in mare, le plastiche rappresentano uno dei principali problemi. La loro degradazione richiede diversi anni e i frammenti più piccoli, noti come “microplastiche“, sono un pericolo non solo per la fauna marina ma anche per gli esseri umani. Queste particelle possono essere ingerite e accumularsi nei tessuti di molti organismi marini, tra cui i plancton, che rappresentano il primo anello della catena alimentare.
Ma come finiscono i rifiuti in mare? Spesso, la causa è la cattiva gestione dei rifiuti a terra. Se la spazzatura viene gettata a terra, il vento o la pioggia può trasportarla nei corsi d’acqua vicini, portando i rifiuti a valle e infine nell’oceano. È importante quindi adottare comportamenti virtuosi per evitare di inquinare il nostro ambiente marino.
La celebre citazione di Madre Teresa di Calcutta «Se ognuno di noi pulisse davanti a casa sua, il mondo intero sarebbe pulito », rappresenta un monito per tutti noi a fare la nostra parte per mantenere il nostro ambiente marino, e non solo, un luogo pulito e sano per noi e per le generazioni future. È fondamentale agire oggi per prevenire problemi futuri e salvaguardare il nostro pianeta.