Randagi provati e smagriti, bestiole afflitte dai segni della cattiveria umana, cuccioli salvati dalla spazzatura. Queste e tante altre storie si possono leggere sulla pagina Facebook dell’Associazione di volontariato Oipa di Napoli, ricca di appelli e di richieste d’aiuto per i suoi protetti.
Dedicare un plauso a coloro che dedicano il proprio tempo, amore e dedizione alla protezione degli animali più sfortunati è cosa scontata e, si spera, ampiamente condivisa; le associazioni benefiche e i gruppi di volontariato a difesa degli animali crescono sempre di più, purtroppo però a pari passo con gli stessi fenomeni del randagismo e dell’abbandono degli animali.
Nell’era dei social tuttavia qualcosa sembra essere cambiata, così la triste realtà degli animali abbandonati, un tempo relegata all’interno dei canili, entra prepotentemente nella quotidianità di tutti noi attraverso i vari siti delle associazioni, colpendoci dritti al cuore.
I volontari, servendosi dei social come vero e proprio strumento di lavoro, hanno affinato delle tecniche di comunicazione molto convincenti per rendere irresistibili gli appelli e le richieste di aiuto. Video e storie agghiaccianti raccontate con maestria turbano profondamente i lettori, innescando talvolta vere e proprie gare di solidarietà per aiutare i malcapitati. Storie tristissime di animali maltrattati impietosiscono gli utenti, mettendoli a conoscenza di fatti altrimenti lontani.
Navigando sui social si scopre che una delle tecniche comunicative più efficaci è quella in cui il cagnolino o il gattino da adottare (tirati a lucido il più possibile), guardano l’utente dritto negli occhi e gli raccontano la loro storia: “Ciao! Sono Paco, sono tanto bisognoso d’amore e vado d’accordo con tutti!” Questa tecnica comunicativa finalizzata ad enfatizzare il più possibile il bisogno di amore e di protezione, risulta molto efficace e riesce ad attivare l’attenzione del lettore, che spesso finirà per leggere tutto il trafiletto e guardare e riguardare le foto e i video in questione.
Razionalmente l’utente sa che gli animali non parlano e che quindi è una finzione, ma è indubbio l’impatto emotivo, per cui si lascia trasportare nel mondo dell’animale, immedesimandosi nelle sue avventure e, qualche volta, finendo per portare a termine l’adozione. La stessa forma di umanizzazione degli animali che è tanto utilizzata nel mondo dei cartoni animali, si presta qui al volontariato animalista. E ben vengano le tecniche e gli stratagemmi di comunicazione se, come confermano le statistiche, le adozioni di animali abbandonati sono in costante crescita su tutto il territorio e consentono di unire tanti cuori (umani ed animali) in un gratificante e lungo scambio d’amore.