“Tutta questa storia è completamente vera. Tranne che per le parti totalmente inventate”. Queste sono le parole ironiche che appaiono all’inizio di ogni episodio di Inventing Anna, miniserie americana scritta e prodotta da Shonda Rhimes e distribuita nel 2022 su Netflix.
Ispirata dunque a fatti realmente accaduti, Inventing Anna parla di una storia che ha fatto scalpore in tutto il mondo e in particolare a New York: ambientata proprio nella metropoli, la serie porta in scena una truffa finanziaria durata cinque anni che ha avuto fine nel 2017 con l’arresto della colpevole Anna Delvey, falso nome di Anna Sorokin. Di origine russa, Sorokin si è finta una ricca ereditiera tedesca ed è riuscita ad ingannare l’élite newyorkese, facendosi prestare ingenti quantità di denaro che non avrebbe mai potuto restituire e usufruendo di servizi che non avrebbe mai pagato. Anna ha truffato amici, banche, hotel e ristoranti per una cifra pari a 275 mila dollari.
Una su tutte la truffa per eccellenza, che ha poi portato all’arresto di Anna: la richiesta di un prestito milionario alla Fortress National Bank, fingendo nel frattempo di avere un fondo in Europa come garanzia.
Inventing Anna ha, di fatto, due protagoniste: una è naturalmente la stessa Anna, ma l’altra colonna portante è Vivian Kent, giornalista del fittizio Manhattan Magazine che decide di seguire il caso della Sorokin e di intervistarla per farne un articolo. La serie si sviluppa attraverso nove episodi, ognuno dedicato ad un tassello della vita di Anna che Vivian scopre di volta in volta; ciascun episodio mostra i legami e le amicizie che Anna ha stretto in città e la relativa truffa che ha commesso nei confronti di queste persone. Mentre procede il processo che vedrà Anna giudicata colpevole di otto capi di accusa, le domande a cui Vivian cerca di dare risposta sono: chi è Anna Sorokin in realtà, e come è riuscita davvero a imbrogliare il jet-set newyorkese?
Quando si ha a che fare con storie ispirate a fatti realmente accaduti, la tentazione di fare una ricerca veloce su Internet e spoilerarsi tutta la vicenda è alta. Nonostante alcuni passaggi siano eccessivamente lunghi fino a diventare quasi monotoni, vale però la pena di non cedere alla tentazione e di godersi la trama per intero come presentata su Netflix: la serie è più spettacolare della vita reale, e sebbene Anna abbia fatto cose pazzesche (come servirsi di un jet privato senza pagarlo, soggiornare in diversi hotel senza versare un centesimo e lasciare l’amica Rachel Williams in Marocco con un conto di oltre 60.000 dollari), altri episodi non sono realmente accaduti.
Una particolarità di questa serie è senz’altro la cura di alcuni dettagli, tra cui la ricreazione fedele delle foto pubblicate sul profilo Instagram della vera Anna e sul profilo creato durante il processo che documentava gli outfit di Anna stessa. Entrambi i profili possono essere trovati sul social network e aumentano la percezione da parte dell’audience di essere di fronte alla realtà e non a finzione.
Con tre nomination agli Emmy Awards, Inventing Anna cattura l’attenzione del pubblico e, seppur con qualche difetto, si conferma un prodotto molto interessante: i temi che tocca sono attualissimi, la trama ha dell’incredibile ed è estremamente intrigante proprio perché sostanzialmente veritiera, e la protagonista è un personaggio eccentrico di cui non si può non ammirare la faccia tosta.
In molti siamo inevitabilmente incuriositi dal misterioso mondo dell’alta società che Inventing Anna ci porta a scoprire. Il fatto che tutti (o quasi) gli avvenimenti raccontati siano successi davvero non fa altro che aumentarne il fascino.
Chiara Mascitti