La Mostra del Cinema di Venezia è da sempre uno degli eventi cinematografici più importanti a livello internazionale: porta sul tappeto rosso del Lido di Venezia alcuni tra i registi e gli interpreti più affermati del nostro tempo, giustapponendo un programma di elevato spessore artistico e il fascino che da sempre contraddistingue l’evento.
Nondimeno, la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, dopo gli Oscar, è il festival del cinema più antico al mondo e uno tra i più prestigiosi.
La mostra si inquadra nell’attività della Biennale di Venezia, istituzione culturale dalla quale spesso prende anche il nome. Infatti, quando il cinema è diventato una “ottava arte”, gli organizzatori della Biennale hanno pensato di omaggiare questa nuova arte con un evento interamente dedicatogli.
Il premio che viene assegnato ai migliori progetti e artisti è il Leone d’oro, che deve il suo nome al simbolo della città, il Leone della chiesa di San Marco. Il prestigioso Leone, però, è arrivato solo nel 1949 poiché prima si chiamava Coppa Mussolini, visto che la mostra, ai suoi albori, fu fortemente appoggiata dal regime. A seguito delle nefaste vicende della Seconda Guerra Mondiale, il nome del premio venne cambiato e fu istituita la Coppa Volpi, in nome del patrono della Mostra.
Un evento che conserva la tradizione, ma punta anche a un continuo rinnovamento: non è un caso forse che per il 90° anniversario della Biennale il manifesto ufficiale della Mostra del cinema di Venezia 2022 sia proprio una Leonessa dorata.
Questa è opera dell’illustratore Lorenzo Mattotti, che motiva così la sua scelta provocatoria: «una Leonessa che si libra in alto e ci porge questo anniversario, il 90°. Sono 90 gli anni dalla prima edizione della Mostra e per questo abbiamo voluto che l’immagine avesse delle linee classiche, così come classica è stata la scelta del fondo oro. Il colore oro è anche un riferimento ai manifesti dei primi decenni del Novecento. La Mostra è sempre stata classica, ma anche provocatoria. Qui il Leone, simbolo di potere e forza, si è trasformato in una Leonessa, che ha in sé eleganza e creatività. Dopo 90 anni, il Leone di Venezia, simbolo della Mostra, è ora diventato una Leonessa che vola attraverso la storia con energia e leggerezza, simbolo di speranza, lontano dall’aggressività e dalla ferocia», come si può leggere anche sul sito della Biennale.
Il tacito obiettivo è forse quello di segnare un cambiamento reale, a seguito di anni che hanno visto una pandemia bloccare il mondo intero, una guerra riaprire ferite passate e un presente sensibile a tematiche che toccano l’inclusività, il superamento delle barriere sociali e una sincera apertura di vedute.
Una manifestazione che si tinge sempre più di rosa, o meglio d’oro lucente, e non a caso, si apre proprio con il riconoscimento del Leone d’Oro alla carriera dato a Catherine Deneuve: subito dopo il celeberrimo red carpet la famosa attrice è stata chiamata per ritirare il suo riconoscimento e lei, da vera leonessa della mostra, ha brillato sul palco tra applausi e ringraziamenti.
Non solo attrici e non solo registe in gara: quest’anno anche la giuria del festival vede ben quattro donne (e tre uomini) alle prese con l’assegnazione dei premi. Troviamo, infatti, Chloé Zhao, regista, sceneggiatrice, montatrice e produttrice che lo scorso 2020 ha vinto ben 3 Oscar; insieme a lei brillano i nomi dell’attrice belga Virginie Efira, la cantante inglese Cynthia Erivo, e infine, a chiudere la “formazione” femminile c’è Sarah Gadon, affermata attrice e produttrice canadese.
Da menzionare a parte è la famosissima Julianne Moore, che quest’anno presiede la giuria della mostra.
Tra i film in gara pare interessante il progetto di Susanna Nicchiarelli con Chiara che porta in primo piano Santa Chiara, cresciuta nell’Assisi del 1200 all’ombra di San Francesco, con la volontà di riportare al centro della scena una donna forte e non abbastanza conosciuta.
Insomma un omaggio alle donne, spesso un po’ oscurate nei ruoli più alti dell’universo cinematografico (dalla giuria alla regia), e alle tematiche più discusse del momento: aborto, guerra, lavoro, migrazioni e discriminazione.
Un’edizione così ricca e attuale che ci fa fremere dalla voglia di scoprire quali altri premi e sorprese ci riserva questa mostra senza tempo.
Carlotta Di Pasquale