Il primo caso di self-branding nella storia?

Siamo abituati a pensare al self-branding come ad un discorso auto-riferito, ad una conversazione che fluisce mono-direzionalmente a discrezione del soggetto che intende raccontarsi. Sicuramente è così, ma altrettanto vero è che non lo è sempre stato.  

Volendo stabilire una data, anche solo a un dipresso, anche solo convenzionalmente, per la nascita di questa pratica, potremmo considerare valida la pubblicazione nel lontanissimo 1937 di un libro destinato a divenire un cult della forma mentis statunitense, ma che è rimasto largamente estraneo al pubblico occidentale fino a giorni recenti, anche e soprattutto per questioni culturali. Stiamo sicuramente compiendo un’operazione di retro-determinazione, peraltro rischiosa e arbitraria nella misura in cui né l’autore né il protagonista della narrazione possono accogliere l’istanza in gioco per ragioni di—ovvia—causa maggiore. 

Facendo chiarezza, ci riferiamo all’opera di Napoleon Hill, che redasse ed editò sotto forma di libro una serie di interviste concessegli dall’imprenditore Andrew Carnegie, addirittura nel 1908: il libro che divenne rapidissimamente un best-seller uscì con il titolo Think & Grow Rich (trad. in italiano in Pensa e arricchisci te stesso),

A prima vista potrebbe sembrare un lavoro come molti altri e tuttavia ne differisce per una particolare qualità: nel ripercorrere la parabola della propria vita assieme allo scrittore statunitense Carnegie delinea la figura del più classico dei self-made men in salsa citizen, l’immigrato scozzese che comincia a lavorare alla tenera età di 13 anni per soli 1.20$ a settimana per venire poi ripagato dal proprio duro lavoro, che funge anche da meccanismo di accettazione sociale, da passaporto vero e proprio per la ‘terra dei liberi e dei coraggiosi’. Fino a qui nulla di nuovo. 

Il punto fondamentale risiede nella strategia di successo che Carnegie impalca e benevolmente rivela al pubblico, compiendo una vera e propria dimostrazione pratica di ciò che significa valorizzarsi e comunicare il proprio valore agli altri, il che permette di aumentare il proprio potere negoziale, migliorare le proprie condizioni contrattuali, ecc., concezione che viene dallo scrittore ripresa ed estesa oltre i propri confini come una vera e propria pratica di vita. L’autore redige infatti 14 punti o leggi che devono informare tanto la vita privata così come quella aziendale; il termine leggi non è casuale: rappresenta infatti una ripresa di un precedente lavoro di Hill dato alle stampe con il titolo The Law of Success.

Insomma, se questo è il primo libro a proporre concretamente le strategie di self-empowering & self-branding, il primato non gli è stato riconosciuto per una mera questione di forma e per una qualità che è propria di uomini di grande statuto intellettuale ed artistico, ovvero di essere in anticipo sui propri tempi.

Giulio Montagner