A seguito del successo di Epic Games grazie a Fortnite spopolato nel 2017, Infinity Ward ha deciso di seguire la stessa strada sviluppando la nuova modalità Warzone, il primo Battle Royale free-to-play della casa videoludica garantendosi il titolo di gioco con il maggiore incasso del 2020 raggiungendo quota di 1,9 miliardi di dollari.
Lo scorso 25 Ottobre 2019 viene pubblicato Call of Duty Modern Warfare, il sedicesimo capitolo della saga di Call of Duty, il videogioco sparatutto in prima persona più famoso dal mondo, il quale prevede il ritorno a un gameplay più classico, abbandonando la visione di guerra futuristica sviluppata per alcuni titoli precedenti. Il gioco è disponibile per le piattaforme classiche come PlayStation 4, Xbox One e PC e grazie all’introduzione del Cross-Play i giocatori delle differenti piattaforme possono giocare insieme tra di loro. Fin da subito il gioco è stato accolto positivamente dalla community di appassionati ma durante gli inizi dell’anno successivo, il gioco raggiunse picchi mai visti precedentemente (anche grazie all’aumento delle ore di gioco degli utenti a causa delle restrizioni in vigore a seguito della pandemia da Covid-19) grazie al rilascio di una nuova modalità in linea con le tendenze videoludiche del momento: Call of Duty Warzone. Il titolo viene lanciato in modalità stand-alone ma è comunque legata al franchise originale, in quanto le armi che vengono utilizzate in questa modalità sono le medesime del gioco originale.
Il successo della modalità Battle Royale è dovuto all’esplosione di questo nuovo stile di gioco a causa dei continui cambiamenti di mercato. Questa modalità di gioco è un miscuglio tra tattica, intelligenza, intuizione e bravura dei singoli player, i quali devono cercare di raggiungere la vittoria minacciati dalle altre squadre ma anche dalla mappa che via via si restringe a causa del gas che avanza. Il tutto però, non ha proseguito sempre per il verso giusto.
Nel capitolo precedente, venne lanciato all’interno di Call of Duty: Black Ops IV, il primo Battle Royale della saga, Blackout, il quale però non ha avuto il successo desiderato. In questo caso, la modalità di gioco non si presentava in ottica free-to-play ma era disponibile esclusivamente per chi aveva acquistato il gioco, riducendo di gran lunga il bacino di utenza. Inoltre, la comunicazione tra Treyarch (la software house di Call of Duty: Black Ops IV) e gli utenti non funzionava: nel caso di problematiche era impossibile contattare l’azienda per la risoluzione e questo ha portato all’abbandono in massa di molti utenti. Un altro aspetto di insuccesso è legato alla mancanza di aggiornamenti delle modalità: i contenuti offerti presentavano una scarsa innovatività e le modalità di gioco non sono mai state differenziate, creando senso di noia e frustrazione da parte dei player coinvolti.
La dura lezione appresa dall’azienda ha fatto comprendere agli sviluppatori che non basta essere la casa di videogiochi più conosciuta al mondo per garantirsi il successo bensì serve un livello di coinvolgimento con l’utente tale da garantirne l’affidabilità. La bravura dell’azienda è stata di non abbandonare un progetto che non ha dimostrato i risultati attesi, bensì imparare dai propri sbagli, programmando un nuovo gioco e mantenendo sempre il focus sui trend del momento ma adottando nuove strategie, ascoltando le esigenze della community (come riguardo ai problemi di cheating e sviluppando un anti-cheat), implementando in questo modo il lato comunicazione.
Ad oggi, Warzone è stato adattato ai titoli successivi ed entro la fine del 2022 è prevista l’uscita di un sequel della modalità, Warzone 2, il quale non sarà un semplice aggiornamento del gioco ma un gioco a sé stante.