«A volte non posso infrangere la leggenda che hanno cucito attorno a me. Mi sento incappucciato, indifeso in lei, e gli storici racconteranno la mia vita come il mondo l’ha vista, non come l’ho vissuta io».
Miguel de Unamuno, autore spagnolo e leader della Generación del 98, sottolineò a più riprese l’essenza dell’essere letterato; un’essenza nobile e sublime che si disperde, però, nel tempo. È proprio per mantenerne vivo il ricordo che nascono le case museo, luoghi in cui gli autori hanno vissuto, sperimentato e conosciuto la loro potenzialità artistica, degna di essere tramandata di generazione in generazione.
Don Miguel de Unamuno fu inventore del genere letterario della nivola, filosofo, poeta, scrittore di prosa, di articoli e di saggi, drammaturgo, politico e propulsore del cosiddetto “Problema de España”. Nacque a Bilbao il 29 settembre 1864, in Calle de la Ronda, da una famiglia di commercianti. Visse in prima persona l’assedio di Vizcaya durante la terza Guerra Carlista, evento che lo portò ai soli dieci anni a sviluppare un proprio pensiero politico e a raccogliere spunti interessanti e veritieri da inserire nel suo primo romanzo, dal titolo Paz en la guerra. La svolta arrivò nel 1891 quando ottenne la cattedra di greco alla prestigiosissima Universidad de Salamanca e quando, nel 1901, venne nominato “Rector”, incarico al quale fu costretto a rinunciare diverse volte nel corso della sua carriera a causa di dissapori politici.
La casa museo di Miguel De Unamuno
Seppur Unamuno sia originario del País Vasco, la casa museo più conosciuta e visitata si trova a Salamanca, in Calle Libreros 25, presso l’edificio di Escuelas Mayores, all’interno di uno stabile del XVIII secolo che è parte integrante della USAL. Unamuno era stato Rettore della Universidad de Salamanca seppur non continuativamente dal 1900 al 1936, quando fu condannato agli arresti domiciliari dopo aver pronunciato il famoso e storico discorso contro l’Anti-Spagna.
La casa museo, in stile completamente barocco, si pone l’obiettivo di preservare la memoria del letterato, offrendo un programma culturale ricco e coinvolgente, grazie alla presenza della biblioteca all’interno della quale sono contenuti 6000 volumi, molti dei quali risalenti alla tappa fra la fine dell’Ottocento e la prima parte del Novecento. É qui che pubblicò La vida de Don Quijote y Sancho (1905), Del sentimento trágico de la vida (1912) e Niebla (1914).
L’edificio fu la residenza di tutti i rettori dell’università fino all’anno 1950, quando il rettore dell’epoca Antonio Tovar decise di dedicare lo stabile al suo predecessore Don Miguel e alla realizzazione della sua casa museo. Dopo la generosa proposta, l’Università di Salamanca diede il via ai lavori di ristrutturazione de ‘la Rectoral’, inaugurata nel 1952. Si è cercato di ricreare l’ambiente quotidiano in cui Unamuno era solito vivere, studiare e comporre, restaurando oggetti personali, arredi e mobili d’epoca.
Per comprendere ed apprezzare a pieno la vita di Don Miguel e i luoghi in cui amava passare le sue giornate, compresa chiaramente quella che oggi è la casa museo, è consigliata la visione del film Mientras dure la guerra, di Alejandro Amenábar.
Grazie ad alcune scene si percepisce l’anima travagliata e ambigua di Miguel de Unamuno, soprattutto nel periodo del colpo di stato portato avanti dalle truppe nazionaliste nel luglio 1936. Inizialmente Don Miguel si schierò a favore del sollevamento militare, con la speranza che potesse risvegliare la Spagna dal torpore causato da alcune scelte errate da parte della Segunda República. Tuttavia, gli equilibri politici cambiarono velocemente e la libertà di pensiero venne completamente calpestata. Unamuno prese posizione solo dopo l’arresto e la morte di alcuni amici e conoscenti, lasciandosi andare ad una profonda presa di coscienza, che sfociò nel famosissimo e commovente discorso pronunciato in una sala dell’Università davanti a una schiera di falangisti: «Vincerete perché avete forza bruta in abbondanza, ma non convincerete. Per convincere bisogna persuadere e per persuadere avreste bisogno di qualcosa che vi manca: ragione e diritto nella lotta».
È questa la frase che ha fatto la storia e che ha permesso a Don Miguel di essere ricordato per ciò che era veramente, ovvero un uomo forte, giusto, coraggioso, dotato di un talento letterario di valore inestimabile.
Alla prossima casa museo!
Beatrice Casini