Non è facile nascere donne, figuriamoci tra anni Venti e Trenta. Lo racconta la storia delle Ragazze del centralino, quattro giovani donne che cercano di farsi spazio in una Madrid poco inclusiva per ottenere i propri diritti.
Rita Levi Montalcini diceva che «Le donne hanno sempre dovuto lottare doppiamente. Hanno sempre dovuto portare due pesi, quello privato e quello sociale». Questa affermazione trova conferma all’interno di Las Chicas del Cable, serie spagnola Netflix rilasciata a partire dal 2017 e costituita da cinque stagioni coinvolgenti ed emozionanti (ancora di più se viste in lingua), da guardare tutte d’un fiato.
Il successo della serie è dovuto in primis alla presenza di protagoniste tutte al femminile. Non a caso, infatti, lo scopo delle puntate in cui si articola la storia è proprio quello di presentare Lidia, Marga, Carlota e Angeles, quattro giovani centraliniste che lavorano presso la Compagnia dei Telefoni di Madrid e che sono accomunate da una grande amicizia e solidarietà reciproca.
Già dai primi minuti si capisce quanto esse siano diverse tra di loro, ognuna con le proprie ambizioni, i propri problemi, i propri amori e la propria vita. In realtà, però, fanno tutte sfoggio di un grande carattere, sono forti, determinate, coraggiose, impavide, pronte a mettersi in gioco per un mondo migliore ripulito di qualsiasi stereotipo o pregiudizio. È proprio per questo motivo che le tematiche affrontate sono numerose, eterogenee e riguardano principalmente il ruolo delle donne nella società spagnola tra 1928 e 1936, i loro diritti, la loro voglia di essere libere, la parità di genere, la guerra civile spagnola e il regime dittatoriale del caudillo Francisco Franco, l’omosessualità, la diversità e la violenza.
Il messaggio che le Ragazze del centralino vogliono lanciare è profondo e attuale. Ci aiuta a comprendere come nemmeno un secolo fa la situazione fosse diversa e le donne lottassero ancora per la propria indipendenza. Come anticipato in precedenza, ciascuna delle protagoniste affronta ostacoli diversi, molti dei quali legati alla disparità tra uomo e donna. Angeles, ad esempio, combatte per ottenere la libertà di fronte a un marito violento, che la tradisce e che si oppone in tutti i modi all’impiego della moglie perché ancora molto legato allo stereotipo della donna casalinga. Con Carlota, invece, vengono introdotte le tematiche relative al padre padrone a cui obbedire in silenzio e all’omosessualità, dal momento che la centralinista intrattiene una relazione amorosa molto passionale con Sara, la quale da un certo momento in poi si farà chiamare Oscar per veder realizzato il suo desiderio di sentirsi ed essere uomo. Il personaggio più dolce e sensibile è quello di Marga, giovane di provincia che si trasferisce nella capitale per cercare lavoro, seppur con grandi paure. Tra queste rientra anche il timore di approcciarsi al sesso maschile, difficoltà superata a pieni voti nel momento in cui si fidanza con Pablo, con il quale avrà una relazione genuina, duratura e sincera, che mette al primo posto la parità tra i sessi. L’ultima centralinista da menzionare, sebbene non per importanza, è Lidia, la voce narrante della serie dall’inizio alla fine. È una donna forte e risoluta, che mette al primo posto sé stessa, aiuta le sue amiche e non si lascia dominare e sopraffare dai suoi due grandi amori, Francisco Gómez e Carlos Cifuentes.
Dove sta la forza delle donne? Sta nel rimanere unite in ogni situazione e di fronte a qualsiasi difficoltà, sopruso o ingiustizia, sta nel capirsi, nell’ascoltarsi e nell’avere un obiettivo condiviso: farsi rispettare in ambito lavorativo, sociale, amoroso e familiare, partendo dal presupposto che uomo e donna sono sullo stesso piano e possono camminare insieme, senza che uno prevalga sull’altra. Las Chicas del Cable dà forza e coraggio ai suoi spettatori, ispira a perseguire una parità di genere che, nella società attuale, non viene sempre riconosciuta e che spesso viene calpestata.
«Le ragazze del centralino diedero la vita per creare un mondo migliore. Sono solo un esempio dei sacrifici fatti da milioni di donne nel corso della storia. Donne coraggiose, altruiste, orgogliose. Donne che lottarono e ancora lottano per la parità di diritti e la libertà dell’essere umano. Questo è il nostro omaggio».
Beatrice Casini