BOTTA E RISPOSTA TRA IL PONTEFICE E IL GESUITA JAMES MARTIN

Le vie del Signore sono informali: ancora una volta il pontefice riesce ad aggirare la macchina amministrativa dello Stato Vaticano, dando voce alla propria personalissima posizione sul tema della omosessualità e portando avanti una linea in aperto disaccordo rispetto alle comunicazioni ufficiali rilasciate dalla Santa Sede. Il riferimento è alle prese di posizione che nell’ultimo anno hanno condannato il DDL Zan e la possibilità di un matrimonio ecclesiastico tra persone dello stesso sesso, come ribadito rispettivamente dalla Nota N. 9212/21/RS e dal responsum emesso dalla Congregazione della Dottrina per la Fede nel marzo 2021. 

Come dimostrato dalla missiva del 21 giugno 2021 sempre rivolta al sacerdote americano, Sua Santità aveva già utilizzato la propria autonomia personale per addolcire la predica riservata ai membri della comunità LGBTQ+— all’epoca in occasione del webinar Outreach— e,  a quasi un anno di distanza, Egli torna ad interloquire con James Martin.

Come rivelato in data 09 maggio dallo stesso gesuita su Twitter, il sacerdote è riuscito ad ottenere un rapido scambio epistolare con il pontefice riguardo la tematica, che rappresenta una sorta di punto di riferimento— forte dell’endorsement pontificio ricevuto proprio in occasione del webinar succitato— per quella frangia “progressista” della Chiesa Cattolica che nello specifico tenta di normalizzare, quando non di evangelizzare, la presenza omosessuale nella comunità dei fedeli.

Nello stesso giorno appare proprio sul sito web di Outreach il contenuto integrale dell’interrogazione che padre Martin ha rivolto al Vescovo di Roma, che consta di 3 domande precise e concise, a cui seguono le altrettanto stringate—ma efficaci—parole del Capo della Chiesa. La notizia del breve botta e risposta tra i due è stata così immediatamente rilanciata da numerosi canali d’informazione online, tra cui vaticannews.va, che riporta per intero lo scambio tra i due.

Di seguito riportiamo quanto si può leggere anche nelle fonti menzionate:

«Qual è la cosa più importante che le persone Lgbt devono sapere di Dio?

Dio è Padre e non rinnega nessuno dei suoi figli. E “lo stile” di Dio è “vicinanza, misericordia e tenerezza”. Lungo questo cammino troverete Dio.

Cosa vorrebbe che le persone Lgbt sapessero della Chiesa?

Vorrei che leggessero il libro degli Atti degli Apostoli. Lì troveranno l’immagine della Chiesa vivente.

Cosa dice a un cattolico Lgbt che ha sperimentato il rifiuto della Chiesa?

Vorrei che lo riconoscessero non come “il rifiuto della Chiesa”, ma invece come quello di “persone nella Chiesa”. La Chiesa è una madre e chiama a raccolta tutti i suoi figli. Prendiamo ad esempio la parabola degli invitati al banchetto: “i giusti, i peccatori, i ricchi e i poveri, ecc.” (Matteo 22:1-15; Luca 14:15-24). Una Chiesa “selettiva”, di “sangue puro”, non è la Santa Madre Chiesa, ma piuttosto una setta».

Giulio Montagner