EUROVISION SONG CONTEST: LA RISONANZA CULTURALE SUL TERRITORIO TORINESE

L’Eurovision Song Contest è uno dei festival musicali più importanti d’Europa e più visto al mondo. Nasce dall’idea di un italiano, Sergio Pugliese, che ebbe l’idea di creare un Festival di Sanremo di portata europea. Dopo 31 anni, il contest ritorna in Italia, a Torino, dove si sono susseguiti una serie di eventi come conseguenza dell’essere la città ospitante.

Prima di tutto bisogna sapere che l’Italia ha ospitato l’Eurovision solo due volte prima d’ora, la prima volta a Napoli e la seconda a Roma, nel 1991. Vi partecipano anche cittadini extraeuropei come conseguenza della trasmissione del programma sulle reti locali associate all’European Broadcasting Union. Le regole sono molto semplici: il paese vincitore ospiterà l’edizione successiva; le canzoni non devono avere una durata superiore ai 3 minuti; non vi è l’obbligo di corrispondenza tra cittadinanza dell’artista e paese rappresentato; dunque, la scelta è libera; ad esempio, quest’anno San Marino è rappresentata da Achille Lauro. Un’altra curiosità è che il contest canoro è influenzato dalla geopolitica, in quanto ha coinvolto e coinvolge paesi in conflitto tra loro. Proprio per questo, quest’anno la Russia è stata esclusa dalla competizione.

Ritorniamo all’edizione di quest’anno e a Torino. Il motivo per cui ha vinto il ballottaggio tra le location candidate ad ospitare l’evento è stato la presenza del Pala Olimpico, che offre spazio a quasi 16.000 spettatori, stesso luogo che ha ospitato i tornei di hockey durante le Olimpiadi invernali del 2006.

La vittoria ha avuto una ricaduta importante e significativa sul panorama culturale della città; infatti, sono stati organizzati una serie di eventi collaterali, circa 250. Tra questi, gli eventi organizzati all’Eurovillage del Parco del Valentino, aperto a tutti dalle 11 del mattino a mezzanotte e dove sui palchi e negli spazi si sono alternati oltre 200 artisti, attivisti, musicisti e influencer. Abbiamo poi Eurovision Off, una serie di eventi sempre correlati al contest. Il primo è stato il 2 maggio alla Fondazione Via Maestra con Sangiovanni e ha proseguito con mostre, incontri e concerti, tra cui l’esibizione al pianoforte di Davide Boosta Dileo nel Salone d’Onore della Palazzina di Caccia di Stupinigi. Per accontentare tutti, ma proprio tutti, sono state previste anche sei serate evento, racchiuse sotto al nome di EuroFansClub, all’Hiroshima Mon Amour per ballare con gli artisti dell’Eurovision.

Unito, poi, ha ideato una serie di appuntamenti inseriti in una rassegna, chiamata UniVerso, che ha ripercorso la storia e i mondi del contest: lezioni-concerto, incontri, presentazioni e proiezioni per una riflessione sull’Eurovision che permetta la comprensione della storia culturale Europea attraverso la musica e l’audiovisivo. Tra gli ospiti Gigliola Cinquetti e Duccio Forzano.

Infine, tanti, tantissimi artisti, tra cui Eugenio In Via Di Gioia, Gazzelle e gli stessi Mahmood e Blanco, hanno organizzato dei concerti random nei punti di interesse della città: Parco del Valentino, Piazza Vittorio, Murazzi del Po, Piazza Santa Giulia, Politecnico di Torino, Piazzale Lucento, Parco Ruffini.

La città ha così beneficiato di musica, arte, cultura in senso lato e allo stesso tempo ha ottenuto visibilità turistica, promuovendo i principali luoghi di interesse torinesi e piemontesi. Il tutto è stato sostenuto da una forte strategia comunicativa, riassunta nel payoff: “Torino che spettacolo! L’evento ti emoziona, il Piemonte ti sorprende”. E sembra proprio che la città abbia sorpreso per davvero.

Stefania Pezzuto