Nameless Music Festival: una scena creativa lecchese

Considerato il più grande festival italiano di musica elettronica e non solo, il Nameless Music Festival torna, dopo due anni, cambiando location: da Barzio ad Annone di Brianza, sempre in provincia di Lecco.

A molti italiani, probabilmente, queste cittadine non suonano familiari, proprio per questo risulta interessante la loro scelta per un evento che attira artisti di fama internazionale.

Abituati ad associare immediatamente la città di Milano ai festival musicali, risulta lapalissiana la differenza di paesaggio che offre invece la provincia di Lecco: sterminati spazi verdi, montagne e l’iconico Lago di Lecco. Oltre alla conformazione territoriale che si presta maggiormente ad eventi di dimensioni particolarmente elevate, il lecchese ha molte altre qualità che il Nameless Music Festival esalta non solo durante i giorni dedicati, ma anche nel corso dell’organizzazione dell’evento.

Il festival è infatti in grado di valorizzare il territorio in ottica di place branding, in quanto è risaputo che la lotta per l’attenzione vale anche per i luoghi, che mirano ad attirare non solo turisti, ma anche affari e risorse che questi ultimi portano di conseguenza. Il Nameless attiva difatti una scena di consumo che connette diversi pubblici con differenti espressioni artistiche e crea l’opportunità anche per gli artisti locali di inserirsi in reti non solo con altri artisti, ma anche con istituzioni e pubblici.

La contaminazione non solo tra generi musicali diversi, ma anche contesti sociali differenti, dà vita a una scena creativa unica. I nomi di disc jockey di fama mondiale come Tiësto, Afrojack, Dj Snake ed Illenium, si affiancano a quelli di artisti italiani meno noti come i rapper Bresh, Massimo Pericolo, Nerissima Serpe e Rico Mendossa. La commistione non riguarda solo gli artisti, ma anche i pubblici che li seguono e che, mescolandosi all’evento, creano uno spazio di condivisione e scambio, oltre a trovare un’occasione per scoprire nuove forme artistiche e generi musicali prima sconosciuti.

All’interno di questa rete si inseriscono anche figure che, nonostante non sembrino relazionate, si rivelano invece fondamentali. La stampa, infatti, documenta il festival e intervista gli artisti, mentre il settore alberghiero, con convenzioni ad hoc per l’evento, offre alloggio a coloro che non risiedono in zone limitrofe e che dovranno trovare una sistemazione per i giorni dell’evento. Bisogna ricordare anche il settore della ristorazione e quello della sicurezza, senza i quali sarebbe impensabile svolgere un festival del genere. Altra figura fondamentale sono gli sponsor, come RedBull che aveva installato un’altalena gigante nel perimetro del festival dove era possibile salire e farsi fare una fotografia dopo aver acquistato una lattina della bevanda.

Il Nameless Music Festival non può essere quindi considerato semplicemente un festival, ma la base di una peculiare scena creativa che ha risonanza non solo all’interno del nostro paese, ma anche all’estero.

Chiara Zoppellari