Da pochi giorni è stata annunciata una collaborazione tra Greenpeace Italia e Il Fatto Quotidiano, al fine di sensibilizzare i consumatori sulla pericolosità della plastica, invitandoli a riflettere su quanta di essa finisca nel loro carrello.
L’idea della campagna è nata qualche settimana fa, quando l’Assemblea delle Nazioni Unite per l’ambiente ha approvato una risoluzione che avvia i lavori per definire e approvare un trattato globale sulla crisi legata alla plastica. Ciò che ha suscitato l’indignazione di Greenpeace, al punto da spingerla a realizzare questo progetto, consiste nel mancato riferimento all’interno del testo di alcune problematiche di estrema importanza ed urgenza, quali la plastica monouso. Quest’ultima rappresenta infatti il 36% del totale, e richiede un’ingente quantità di petrolio semplicemente per diventare un rifiuto subito dopo l’utilizzo, per questo viene definita la principale causa del disastro ambientale in atto.
La plastica ormai è ovunque, anche nei carrelli della spesa, dove è in grado di accumularsi nel giro di pochi minuti. L’ONG e il quotidiano hanno infatti scelto di concentrarsi su un’immagine concreta per responsabilizzare i consumatori e per chiamarli all’azione, attraverso una scelta più consapevole dei prodotti da acquistare. In questo modo le persone potranno prestare maggiore attenzione ai beni in vendita, imparando a riconoscere non solo la plastica più visibile come quella degli imballaggi, ma anche quella più celata, presente nei capi d’abbigliamento, nei prodotti di make up e in tanti altri.
Durante le prossime settimane Greenpeace e Il Fatto Quotidiano porteranno avanti un percorso che risponderà agli interrogativi più frequenti sulla produzione, sul consumo e sull’impatto che la plastica ha nelle nostre vite e sul pianeta. In questo modo sarà possibile fornire delle spiegazioni esaustive su una tematica sempre più centrale nella nostra vita quotidiana, svelandone i falsi miti e le fake news. Degli esperti interverranno volta per volta per raccontare e spiegare i dati e per aiutare l’audience a comprendere meglio il problema. L’iniziativa è stata pensata per prevedere un’ampia partecipazione da parte del pubblico, grazie alla realizzazione di dirette social, all’utilizzo dell’hashtag ufficiale #carrellidiplastica e alle call to action.
Greenpeace pubblicherà un briefing in cui si affronteranno diversi aspetti dell’emergenza, quali i limiti del riciclo e i traffici di rifiuti verso altri Paesi. Infatti secondo recenti stime solamente il 10% della plastica prodotta è stata riciclata correttamente, il 14% è stata bruciata e ben il 76% è finita nelle discariche o, ancora peggio, nell’ambiente. Tutto ciò si traduce in un gravissimo impatto sulla biodiversità, difatti più di 700 specie animali sono minacciate sempre di più dalla plastica, perché ne rimangono intrappolate o perché la confondono con del cibo.
È una situazione che non possiamo più permettere, per questo nasce la campagna, per dimostrare l’inutilità e il pericolo dell’enorme consumo giornaliero di plastica in Italia e nel Mondo. L’obiettivo finale del progetto è dunque di sensibilizzare i consumatori a ciò che acquistano, perché poi i carrelli di plastica finiscono sulle vette delle montagne, ai poli, negli oceani, nell’aria, in centinaia di specie animali e di conseguenza anche nel nostro organismo.