Con l’avvento della quarta rivoluzione industriale è diventato sempre più evidente il ruolo che il digitale ha nelle nostre vite e di come questo abbia trasformato società e cultura. Con la pandemia mondiale da Covid-19 e il conseguente lockdown, moltissimi settori hanno dovuto reinventarsi sfruttando il digitale. Il settore della cultura e dei musei sono quelli ad aver apportato maggiori innovazioni. Musei e istituzioni culturali hanno attuato diverse modalità per creare interazioni a distanza con i visitatori che, direttamente dalle proprie case, hanno potuto continuare a usufruire dei servizi via via offerti.
L’Italia è un paese che vanta un grande patrimonio artistico e gli step verso la digitalizzazione sono stati graduali ma, al tempo stesso, necessari. Per i musei, uno dei primi passi verso la digitalizzazione, è stata la creazione di un catalogo digitale che ha facilitato la categorizzazione delle opere e le ha rese fruibili a un pubblico globale. Realizzare un catalogo digitale non è però sufficiente, bisogna avere anche una strategia solida che riesca a coinvolgere i differenti target di visitatori del museo. L’utilizzo di canali digitali si è dimostrato efficace: si è passati dalla pubblicazione di contenuti informativi e promozionali a veri e propri contenuti di storytelling, seguiti da call to action e promozione di attività digitali mirate a scuole e istituzioni.
In Italia ci sono due esempi meritevoli di menzione: la Galleria degli Uffizi di Firenze e il Museo Egizio di Torino. Cos’hanno in comune queste due istituzioni? Chiara Ferragni. La presenza dell’influencer in visita ai musei ha determinato un “boom” di visitatori, ma non solo. Dopo la sua visita e il servizio fotografico per Vogue, “Uffizi” è diventato un trend topic sia su Instagram che su Twitter.
L’iniziativa ha però destato le critiche di molti, come era successo in precedenza anche per i Musei Vaticani. In molti hanno pensato che la visita dell’Influencer e il trattamento lei riservato fossero stati pensati in esclusiva per lei. L’influencer ha subito smentito, sottolineando il fatto che tutti possono visitare i musei e farsi accompagnare in una visita guidata. Il buzz provocato da Chiara ha generato fermento in tutta l’industria culturale.
Poco dopo il gruppo musicale torinese “Eugenio in via Di Gioia” ha composto una canzone il cui testo chiedeva all’Influencer di visitare il Museo Egizio di Torino: “Please Ferragni come to visit Musei Egizi cause we wanna be famous like Uffizi”, con un rimando diretto alla visita fiorentina dell’influencer. Chiara li ha accontentati, visitando il museo con tanto di post e selfie della sua visita.
Eike Schmidt, direttore del Museo degli Uffizi, ha ben chiaro cosa il coinvolgimento di un Influencer possa significare per l’Italia e la sua cultura: è un’iniziativa che può diventare il “petrolio d’Italia”. Infatti, l’utilizzo di questa strategia di Influencer Marketing potrebbe portare ingenti profitti per i musei, nonché diffondere la cultura tra le generazioni più giovani. Questo ultimo punto è stato cruciale nella scelta di Chiara Ferragni come testimonial: tantissimi genitori hanno successivamente contattato il direttore raccontandogli di come i propri figli chiedevano di visitare il museo. Si tratta dunque di un modo per avvicinare i giovani alla cultura del proprio paese.
Veronica Minardi