Una tendenza recente vede protagonisti i temporary e pop-up store che sempre più spesso invadono le vetrine delle più famose zone dello shopping. Si tratta di spazi sfitti che hanno cominciato a ospitare numerose categorie di brand cercando sempre di creare un ambiente che sia in linea con la storia e i valori del marchio, ma che al tempo stesso possa essere unico e far vivere al consumatore una nuova esperienza.
Una delle logiche più importanti del pop up store, è la logica dell’urgenza: portare ai consumatori un prodotto che può avere un tempo limitato sul mercato. Questo può tradursi in maniera diversa nei diversi settori: nel mondo del food retail molto spesso si tratta di promuovere un prodotto che viene creato per una festività o un particolare periodo, sono infatti molto frequenti i pop up store che appaiono nei luoghi frequentati da molti consumatori durante il periodo natalizio. Differente è invece il caso dei pop up store dei brand della moda che appaiono in concomitanza con il lancio di capsule collection e limited edition.
La nuova tendenza aveva cominciato a farsi strada già nel 2021 nel mondo del food con casi rilevanti. Per esempio, Saison era un ex-pop-up restaurant collocato a San Francisco: concentrandosi sulla qualità dei prodotti offerti e lavorando sull’aspetto e sul design dello spazio in affitto è diventato un ristorante vero e proprio che ha ottenuto il riconoscimento di tre stelle Michelin. Nel mondo del retail Pantone, invece, grazie al Pantone Cafè che è stato aperto a Montecarlo, è riuscito a portare ai consumatori le tazzine brandizzate Pantone.
Più di recente il fenomeno ha toccato anche il mondo della moda. I pop up store, in questo caso, sono spesso collocati nelle vie principali delle città. Questa nuova possibilità non viene utilizzata solo dai brand mass market ma anche da brand di lusso. Uno degli ultimi pop up store di successo è stato installato prima a Parigi e poi a Milano da Jacquemus. L’installazione di Parigi, color rosa neon, era aperta 24 ore su 24 e ispirata ai distributori automatici di snack e presentava una selezione esclusiva dei prodotti del brand. Lo spazio di Milano, invece, era di colore bianco cloro ed è stato collocato all’interno della corte di Palazzo Clerici dal 25 al 27 febbraio durante la settimana della moda milanese. Per essere coerente con la scelta del colore del padiglione, il distributore automatico poteva erogare solo prodotti di colore bianco, tra i quali si potevano riconoscere: Le Hoodie Jacquemus, Le Bambino, Le Bob Gadjo.
Dietro l’apertura di questo spazio c’è un messaggio forte: rompere le frontiere del mondo del lusso. Che possa essere questo uno dei nuovi traguardi del mondo della moda? Riuscire ad abbattere con questi spazi accessibili a tutti il gap oramai consolidato tra la maggior parte dei consumatori e i brand di lusso? In realtà quello che dovremmo chiederci è se può davvero bastare una vending machine.
Veronica Minardi