EUPHORIA: LA SERIE DEL MOMENTO RAPPRESENTA DAVVERO LA GENERAZIONE Z? 

Se dovessimo individuare uno dei generi televisivi più influenti degli ultimi anni sarebbe sicuramente il teen drama. Per anni abbiamo esplorato questo mondo attraverso le vite degli adolescenti agiati di Gossip Girl o Elite, le avventure paranormali dei teen di Riverdale e Vampire Diares, o ancora attraverso le vicissitudini quotidiane dei ragazzi di The O.C e Dawson’s Creek. Tutte queste serie televisive hanno spesso affrontato temi come l’utilizzo di sostanze e il sesso, ma restando sempre piuttosto in superficie. Nel 2007 è apparso sugli schermi Skins, un prodotto che rappresentava in maniera veritiera e forte le tematiche. Nel 2019 HBO produce Euphoria, e ancora una volta, il panorama dei teen drama cambia radicalmente.

Sebbene Euphoria possa ritrovare alcune delle sue radici in Skins, si tratta di un prodotto diverso: le passioni e i sentimenti degli adolescenti vengono ritratti in maniera realistica e i problemi e i tormenti, più di quanto succedesse in altre generazioni televisive, vanno a scontrarsi con la società contemporanea, le sue regole e i suoi pregiudizi. Euphoria è stata descritta come la serie “che tutti i genitori avranno il terrore di guardare, e in cui tutti gli adolescenti si riconosceranno”. La rappresentazione dei fatti e delle situazioni sembra essere così reale e ben costruita da aver attirato l’attenzione del Parents Television Council che ha dichiarato che la serie raffigura contenuti per adulti e invita HBO a prendersi le sue responsabilità per i contenuti trasmessi sulla sua rete. La serie, infatti, mostra diverse scene di nudo integrale, l’uso di droghe, la rabbia degli adolescenti e le loro amicizie attraverso i social, temi che vanno trattati con attenzione, soprattutto nel momento in cui la gran parte degli spettatori è composta da adolescenti. Alla luce di queste accuse, sorgono spontanee le domande: quanto c’è di reale nella serie tv? Gli adolescenti di oggi si sentono davvero descritti da questo ritratto? 

Gli adolescenti di oggi, seppur prendano le distanze da alcuni dei comportamenti illustrati nella serie, riconoscono alcuni punti di contatto: la maggior parte degli adolescenti, infatti, può dire di aver vissuto, in prima o in terza persona, alcune di queste situazioni e le relative conseguenze. Al di là dei temi, un ulteriore punto a favore che rende popolare lo show si ritrova nel linguaggio, nelle storie e nei costumi. Lo show si presenta come un punto di riferimento per i giovani adolescenti e il fenomeno è entrato di diritto nella pop culture. Un esempio? Durante il Super Bowl sono stati tanti i fan di Euphoria che hanno ricordato che il match più importante d’America non sarebbe stato l’unico ad essere presentato sugli schermi da lì a poco; molti di loro attendevano  in effetti con il fiato sospeso anche il confronto tra le due protagoniste della serie che sarebbe andato in onda proprio il giorno successivo al Super Bowl. Una serie di post Instagram recitava: “Team Cassie o team Maddy?”. 

La serie è riuscita a creare buzz anche sui social poiché il fenomeno é sbarcato su TikTok, dove è protagonista di numerosi trend: uno su tutti il tentativo di emulare gli outfit della serie del momento. Proprio al pubblico dei social non sono passate inosservate le numerose critiche. Su TikTok c’è chi spezza una lancia a favore della serie “Pensate che Euphoria non sia reale? Guardate cosa succede nella mia scuola” e prontamente vengono presentate scene che ricordano la serie tv. 

Quindi, perché la serie viene criticata così ferocemente, se aderisce in modo così veritiero alla realtà? La serie è stata criticata da molti per le modalità con cui vengono raffigurati i diversi temi: l’uso e l’abuso di sostanze stupefacenti e il legame con il sesso, non viene risolto in una forma positiva, ma si presenta come un muro difficile da superare. Tutto questo non porta alla felicità, fa sprofondare i personaggi in una profonda infelicità che può essere superata solo accettando e gestendo i propri problemi e limiti. Il vero tema che spesso ritorna e che crea il vero ponte tra la serie e gli adolescenti di oggi è proprio questo: teenager che pur non essendo mai soli, sempre circondati dai pari e dai familiari, in realtà soffrono di una profonda solitudine. 

Veronica Minardi