UN MODELLO DI PIATTAFORMA MULTI-SIDED A SUPPORTO DELL’ECONOMIA CIRCOLARE: IL CASO GIVEMEDRUG

La sostenibilità e la tutela ambientale sono ormai sulla bocca di tutti. Vi sono molte iniziative che hanno lo scopo di proteggere l’ambiente, ridurre l’inquinamento e lo spreco e sensibilizzare i più, soprattutto i giovani, personificazione del futuro. Tra queste, ve ne sono diverse che sfruttano il potere del digitale, in particolare delle piattaforme multi-sided (MSP). Oggi parleremo di GiveMeDrug.

Partiamo col dire cosa sono le piattaforme multi-sided. Si tratta di piattaforme che abbinano due o più gruppi di clienti distinti ma interdipendenti; esse creano valore comportandosi come intermediari, connettendo questi gruppi. Le carte di credito, ad esempio, connettono i venditori e proprietari di carte di credito; i sistemi operativi per computer collegano i produttori hardware con chi sviluppa applicazioni e con gli utenti; i giornali collegano i lettori con gli inserzionisti pubblicitari. Il fattore chiave è dato dal fatto che la piattaforma deve simultaneamente fornire un servizio a tutti i gruppi per poter creare valore; il valore della piattaforma per un particolare gruppo di utenti dipende fondamentalmente dal numero di utenti che si trovano dall’altro lato della piattaforma.

Questa tipologia di piattaforme può essere sfruttata in modo fruttuoso per alimentare un’economia circolare, che si basa sul modello make-use-return, con lo scopo di ridurre gli sprechiriciclando o riutilizzando quei prodotti non ancora arrivati allo stadio finale del loro ciclo di vita. 

A questo scopo, una MSP può contribuire a rallentare i circuiti delle risorse consentendo l’accesso ai prodotti esistenti (fenomeno noto come sharing economy). Può essere utilizzata per gestire sistemi di prodotti-servizi raccogliendo dati sull’uso, l’ubicazione e le condizioni dei prodotti distribuiti, fattore che può aiutare a rallentare i cicli di risorse, ottimizzando il loro utilizzo, e segnalare la necessità di manutenzione, riparazione, rimessa a nuovo e rigenerazionedegli stessi. Infine, può alimentare i processi core dell’economia circolare, in quanto permettono di condividere risorse (sharemaintain) e reimmetterle in nuovi cicli produttivi (reuse); di riutilizzare componenti che da sole non hanno un’utilità, ma che combinate permettono di realizzare un prodotto utile, sulla base delle specifiche del prodotto originale (remanufacture); di ripensare le logiche produttive di sistema e condividere questo nuovo modello di produzione, con l’obiettivo di produrre solo quanto serve realmente e quindi evitare la sovraproduzione (reduce); di riciclare, invece di gettare via, i prodotti, ma solo quando sono ormai inutilizzabili, quindi non condivisibili (recycle).  

Tra le tante piattaforme a supporto di un’economia sostenibile, troviamo GiveMeDrug, un progetto di origine pugliese, che persegue l’obiettivo di ridurre lo spreco del farmaco e al tempo stesso di rispondere al bisogno di cura delle persone meno abbienti. Ben otto sono i miliardi, secondo l’Agenzia Italiana del Farmaco, di compresse inutilizzate ogni anno nel nostro Paese. A ciò si aggiunge, poi, la scarsa sensibilizzazione da parte del cittadino ad un uso consapevole e corretto del farmaco: gran parte della popolazione infatti fa abuso di farmaci, in particolare antinfiammatori e antibiotici, assumendoli spesso senza prescrizione medica; il 60% non getta i farmaci scaduti nell’apposito contenitore ed il 70% non controlla se un farmaco è già in suo possesso prima di farsene prescrivere una nuova confezione. In un contesto sociale in cui si verifica un così alto spreco di farmaci si registra anche un deciso incremento della loro richiesta a fronte del costante aumento degli indigenti assistiti. Ma il dato ancora più preoccupante è che le difficoltà legate alla possibilità di curarsi riguardano gran parte delle “normali” famiglie italiane che, per motivazioni socioeconomiche, si trovano a dover rinunciare a visite mediche o esami di accertamento. 

Partendo da questi dati, GiveMeDrug stimola le persone a donare medicinaliservizi sanitari o assistenza sanitaria alle persone e alle famiglie povere o disoccupate. È un caso interessante che riduce il numero di sprechi in termini di farmaci e perdite economiche per le farmacie e al contempo ottimizza e permette di condividere risorse come tempo, esperienza, competenze dei medici.

La piattaforma, infatti, consente alle farmacie di donare farmaci prossimi alla scadenza alle organizzazioni no-profit che aiutano persone e famiglie bisognose; ai medici e alle cliniche di donare il loro tempo e l’uso delle strutture sanitarie per permettere alle organizzazioni no-profit di offrire assistenza ai più bisognosi; ai privati e alle imprese di donare denaro per finanziare l’acquisto di farmaci e servizi medici che verranno distribuiti tra chi non se ne può permettere.

Questo è un ottimo esempio di come le piattaforme multi-sided possano sostenere una transizione ad un modello economico circolare e sostenibile, aiutare a ripulire il nostro Pianeta dall’inquinamento e ridurre così i riscaldamento globale e i cambiamenti climatici. Si tratta di un piccolo passo in avanti ma che accostato a tutte le altre iniziative può davvero aiutarci a trovare l’uscita da questo tunnel buio.

Stefania Pezzuto