Algoritmi e sentimenti: due concetti apparentemente agli antipodi, ma grazie alla sentiment analysis adesso è possibile interpretare anche i lati più umani ed emotivi dell’uomo in rete: i sentimenti. Come?
Quando si parla di tecnologia e algoritmi si pensa sempre a formule matematiche, lunghe serie di numeri, grosse quantità di dati: nulla di più pragmatico e meccanico. Quello che sfugge, però, è che sempre più attraverso formule e numeri questi strumenti di intelligenza artificiale stanno riuscendo a entrare nella psiche dell’uomo, analizzandone addirittura i sentimenti. Questo campo di studi prende il nome di sentiment analysis e si occupa di analizzare opinioni, sentimenti ed emozioni dei soggetti in rete a partire dal linguaggio scritto. In particolare, questa analisi si occupa di classificare un testo o parti di esso come positivo, negativo o neutrale, per capire come determinate dinamiche si sviluppano sul web in tempo reale o come lo faranno in futuro, facendo affidamento sui Big data.
Uno strumento in grado di effettuare l’analisi dei sentimenti sugli utenti è l’edonometro, sistema informatizzato che valuta la felicità o la tristezza degli utenti di Twitter, messo a punto dallo scienziato informatico Chris Danforth. Questo strumento riesce a capire le emozioni che si nascondono dietro circa cinquanta milioni di tweet che ogni giorno vengono pubblicati, una massa enorme di dati che sarebbe impossibile analizzare da un essere umano.
Ma non è tutto semplice come sembra: insegnare a uno strumento di intelligenza artificiale a interpretare quello che le persone scrivono non è possibile del tutto, in quanto questi strumenti non sono in grado di capire il significato delle parole. Tuttavia, vi sono dei segnali che i computer possono riconoscere a partire da un testo scritto per valutare la tristezza o la felicità degli utenti. Per esempio, un primo metodo si basa sul conteggio delle parole: in una frase, si conta il numero di parole positive e poi a queste si sottrae il numero di parole negative. Un altro metodo si occupa di pesare le parole usate, per esempio “eccellente” lascia intendere un sentimento più intenso di altre parole come “buono”. Questi metodi con il tempo sono diventati sempre più sofisticati e oggi si usano algoritmi dell’apprendimento in grado di riconoscere i rapporti tra le parole.
Ma quali sono le applicazioni dell’edonometro nella nostra società? Grazie a questo sistema, scienziati e informatici sono stati in grado di capire qual è stato l’anno peggiore dal 2008, sulla base di quello che gli utenti hanno scritto sulla rete.
Secondo le analisi dell’edonometro, il 2020 sarebbe stato l’anno peggiore, con un record negativo raggiunto a causa della pandemia di Covid-19 prima e dell’assassinio di George Floyd poi (con le proteste contro i metodi brutali usati dalle forze dell’ordine americane). In queste occasioni, il morale è stato così basso da portare gli utenti a sfogarsi in rete, facendo registrare il 2020 come l’anno più triste. La cosa non stupisce affatto, basti pensare a quanto la pandemia abbia influito in negativo sui sentimenti e sul benessere psico-fisico delle persone e a quanto l’assassinio di George Floyd abbia scosso l’opinione pubblica, generando un’ondata di malcontento che si è riversato anche sulla rete.
Raffaella Lamacchia Acito