TAYLOR SWIFT E LA BATTAGIA DEI DIRITTI: INIZIA L’ERA DELLE TAYLOR’S VERISON

Il nove Aprile Taylor Swift ha rilasciato Fearless (Taylor’s version), il primo album ri-registrato che apre il suo viaggio verso la conquista dei diritti delle canzoni che dal 2006 scrive e compone. Ma come mai la cantautrice più influente al mondo si è ritrovata a combattere una battaglia per ottenere il controllo della sua arte?

Nel 2006 una giovane Taylor Swift aveva firmato un contratto con la Big Machine Records, fondata a Nashville da Scott Borchetta, che prevedeva che l’etichetta possedesse i diritti di tutte le registrazioni delle canzoni prodotte, un accordo (purtroppo) abbastanza comune nell’industria. Swift ha dovuto aspettare fino alla scadenza del contratto per poter cambiare etichetta e così nel 2018 è passata sotto l’ala dell’Universal’s Republic Records che le garantisce il completo possesso degli album che realizza.

Ma quello che Taylor non sapeva è che nello stesso anno la Big Machine Records sarebbe stata venduta alla società Ithaca Holdings (recentemente inglobata nell’organigramma dell’azienda di intrattenimento sudcoreana Hybe corporation) di proprietà di Scooter Braun, che gestisce star come Kayne West e Justin Bieber, e che, l’anno dopo, Scooter avrebbe ceduto i master ad un’altra compagnia, la Shamrock Holdings per 300 milioni di dollari. La cantautrice ha definito questo accordo come la situazione peggiore in cui sarebbe potuta capitare, condividendo come per anni sia stata maltrattata e manipolata da Braun e i suoi artisti. In poche parole: tutto il lavoro di una vita è finito nelle mani del suo peggior nemico per motivi puramente economici, oscurandone completamente il valore artistico.

Aggiunge inoltre che ha provato numerose volte a negoziare per ricomprare le sue registrazioni ma che i termini da accettare sarebbero stati intollerabili e disumani per qualsiasi artista.

Nonostante ciò, Swift non è riuscita ad ottenere indietro i master delle sue canzoni, che ancora oggi grazie allo streaming ricavano numerosi guadagni che vanno interamente nelle tasche del manager. L’unico modo per tornare in possesso dei suoi lavori sarebbe quello di ri-registrare i sei album pubblicati sotto la Big Machine: ed è proprio questa la strada che Taylor Swift ha deciso di intraprendere. Diventando così proprietaria sia della licenza di sincronizzazione che dei master originali, solo lei ha il diritto di decidere dello sfruttamento economico delle sue canzoni.  

Una lotta intrapresa pubblicamente da Taylor Swift, che avendo effettivamente il potere e il privilegio di portare avanti la sua battaglia, ha aperto un’importante discussione su quanto sia fondamentale per gli artisti possedere il proprio lavoro. In un post di Instagram pubblicato a febbraio del 2021 per annunciare l’uscita del primo re-recording, Fearless (Taylor’s version), la cantante spiega che solamente l’artista conosce tutto il lavoro che c’è dietro alla realizzazione di un prodotto musicale e la storia che vuole comunicare al pubblico. Perciò, l’artista è l’unica persona che può avere voce in capitolo a riguardo.

Tra le versioni originali e quelle ri-registrate non c’è molta differenza, se non una produzione e una voce più matura e consapevole. Per ogni album Swift ha deciso di rilasciare anche le tracce scritte che negli anni passati non erano riuscite ad entrare nella tracklist finale dell’album, quelle che lei chiama “from the vault”. Ma quello che è davvero diverso in questi nuovi lavori è l’intenzione che c’è dietro e il percorso che ha portato la cantautrice a possedere finalmente la musica per cui ha lavorato e lottato.  

Irene Viola