Scrittrici, poetesse, ma prima di tutto donne. Figure che la Storia ha in parte dimenticato, messo tra parentesi. Un podcast che si pone la sfida di rivelare la loro identità e riportare alla luce nomi di grandi autrici che meritano di essere lette e ricordate.
Mis(S)conosciute è il titolo del progetto realizzato da Giulia Morelli, Maria Lucia Schito e Silvia Scognamiglio. Dopo aver seguito, nel 2019, un corso per imparare a registrare e montare podcast, le tre amiche si sono riunite per cominciare a lavorare ad un progetto tanto bello quanto ambizioso. Un uso sapiente della parola, un eloquio avvolgente ed un sottofondo musicale che abbraccia l’ascolto. Questi gli ingredienti di un podcast che ognuno dovrebbe ascoltare per farsi rapire dal racconto di vite straordinarie.
Intento delle tre autrici è di riportare a galla i nomi di cinque scrittrici quasi dimenticate, tanto che se se ne ricerca il nome su Google, a fatica si troveranno i risultati corretti. Sarà dunque necessario, come suggerisce la puntata dedicata a Elizabeth Smart, aggiungere nella query qualche altro dettaglio, quale “Canada” o “scrittrice”. Le figure presentate sono: la scrittrice canadese Elizabeth Smart, l’intellettuale ed attivista italiana Fabrizia Ramondino, la poetessa e giornalista austriaca Ingeborg Bachmann, la drammaturga inglese Sarah Kane ed infine la scrittrice egiziana Ahdaf Soueif.
Ciò che colpisce è che il podcast non si concentra solo sulle opere delle scrittrici, ma anche sulle loro vite. Morelli, Schito e Scognamiglio, infatti, propongono un percorso che contestualizza quanto scritto in un preciso ambiente politico, culturale e geografico. Le opere divengono così viatico per la conoscenza delle loro autrici. Incontriamo, tra le altre, la vita tormentata di Fabrizia Ramondino, attenta spettatrice del mondo, sempre accompagnata da un taccuino nero. Scrittrice tormentata dalla depressione e dall’alcolismo, si avvicina al femminismo – pur non aderendovi ufficialmente – quando viene accolta nel Centro Donna. È questa per lei un’occasione di dialogo e confronto, tanto che le diverse figure che incontra divengono parte del libro “Passaggio a Trieste”.
L’originalità del progetto risiede proprio nella sua struttura: non si tratta dell’ennesimo podcast enciclopedico, saturo di nozioni, date e nomi, ma di un’iniziativa ben più complessa. Il podcast è narrativo, immersivo, e sebbene un format ci sia e sia anche riconoscibile, ogni puntata è organizzata di modo da esprimere appieno la figura raccontata. Esempio emblematico è l’episodio dedicato a Sarah Kane. La puntata è altamente drammatica, sia per come viene condotta la narrazione, sia per l’accompagnamento musicale. Altro elemento di capitale importanza concerne il fatto che le opere siano considerate non in quanto scritte da donne, ma per la loro importanza, a prescindere da chi ne sia l’autore.
Una “S” messa tra parentesi a segnalare l’intento di raccontare, e dunque farci conoscere, cinque scrittrici, cinque donne. Curiosi di togliere quella parentesi?
Giulia Farina