IL CORAGGIO DI PROVARE (TUTTE) LE EMOZIONI

Fugaci, persistenti, potenti e complesse: ogni giorno ne proviamo tantissime, ma non sempre sappiamo metabolizzarle come si deve, a volte facciamo fatica a scendere a patti con queste ed accettarle, altre volte siamo costretti a nasconderle. Susan David, psicologa all’Harvard Medical School, parla dell’importanza nel provare emozioni per stare bene e combattere l’apatia di una società che ci vorrebbe vedere sempre al massimo delle nostre potenzialità.

Psicologa, ricercatrice, autrice. Susan David studia la cosiddetta agilità emotiva, ossia come usare le proprie emozioni per trarre il meglio dalla quotidianità e da tutti gli aspetti della vita (amore, relazioni, lavoro, salute, sociale). Nel 2017 è protagonista di un TedTalk dal titolo “The gift and power of emotional courage” in cui svela come la modalità di gestione delle emozioni sia determinante per ognuno, poiché in grado di plasmare ogni aspetto della vita. In questo monologo intenso e coinvolgente, Susan sfida una cultura che premia sempre e solo la positività, a scapito della verità emotiva. Racconta come per prima, a quindici anni, non fosse stata capace di fare i conti con le proprie emozioni in seguito alla morte di suo padre, “Alla domanda come stai?”, alzavo le spalle e rispondevo: “Ok”. Ero elogiata per la mia forza. Ero la signora dell’essere ok […] nessuno sapeva, e in una cultura che valorizza l’inarrestabile positività, pensavo che nessuno volesse sapere.”

“Life’s beauty is inseparable from its fragility” esclama David nel suo monologo. In un sondaggio che ha condotto nel 2016, ha scoperto che circa un terzo giudicava sé stesso negativamente perché provava le cosiddette “bad emotions“, quali tristezza, rabbia e persino dolore. “Essere positivi è diventata una nuova forma di correttezza morale. È una tirannia di positività, ed è crudele, scortese, inefficace. E lo facciamo a noi stessi e lo facciamo agli altri.”

La ricerca mostra che la soppressione delle emozioni in realtà le rafforza, le amplifica. “Potreste pensare di avere il controllo sulle emozioni indesiderate una volta che le ignorate, ma di fatto sono esse ad avere il controllo su di voi. Il dolore interiore esce sempre fuori. Sempre. E chi ne paga il prezzo? Noi stessi, i nostri figli, i nostri colleghi, le nostre comunità.”

Ai suoi pazienti che le dicono che non vogliono provare determinate emozioni, che le chiedono aiuto su come non sentirsi in un determinato modo, lei risponde piccata che solo le persone morte non sono mai importunate o disturbate dai propri sentimenti, che solo le persone morte non si stressano, non hanno mai i cuori spezzati, non provano mai la delusione o il senso di fallimento.

Le emozioni intense fanno parte del nostro contratto con la vita.  Non si riesce ad avere una carriera significativa o a crescere una famiglia o a rendere il mondo un posto migliore senza stress e disagio. Il disagio è il prezzo per una vita significativa.”

La ricerca mostra che l’accettazione radicale di tutte le nostre emozioni, persino quelle più confuse e difficili, è alla base della capacità di guarire, di crescere e soprattutto è alla base della felicità.

Possediamo le nostre emozioni, non sono loro a possedere noi. Quando provate un’emozione forte, dura, non correte verso le cosiddette uscite emozionali. Imparate a leggerne il contorno, accettatela nei vostri cuori. Cosa vi sta dicendo quell’emozione?  Provate a registrare il sentimento per quello che è. I più felici sono coloro che mostrano una maggiore apertura verso le normali emozioni umane.  L’agilità emotiva è proprio l’abilità di stare bene con le proprie emozioni, leggerle con curiosità, capirle con compassione e accettarle con coraggio.

Courage is not the absence of fear but is fear walking!” è il suo motto. Significa è che non si può diventare coraggiosi senza aver affrontato e accettato la vulnerabilità della vita, degli altri, di noi stessi; significa che bisogna andare dritti verso le proprie paure, con i propri valori a far luce nel cammino; significa vedere la paura, la fragilità, l’incertezza e camminare con esse, non ignorandole, né sopprimendole.

Carolina Battaglini