LA RINASCITA (E RIVINCITA) DEL VINILE

Se fino a un decennio fa si pensava che il vinile fosse superato, ormai destinato a rimanere chiuso in polverose soffitte o cantine e ad essere dimenticato, le cose ad oggi sono cambiate. Infatti, negli ultimi anni c’è stata una rinascita del vinile, che è tornato alla ribalta con una crescita esponenziale sul mercato musicale.

In primo luogo, è necessario analizzare come si è evoluta la storia dei supporti musicali a partire dal lancio dei primi vinili fino ad oggi. L’evoluzione del disco 78 giri nato alla fine dell’800 è incarnata dal vinile, che viene immesso sul mercato nel 1948. La grande novità all’epoca era rappresentata dalla possibilità di incidere più di una canzone per lato, offrendo l’occasione di ascoltare un intero album su un unico supporto, cosa che pareva in quegli anni impensabile: da qui la denominazione LP, vale a dire Long Playing. Il vinile è cresciuto esponenzialmente fino agli anni ’80, quando sono subentrati i CD, supporti per la riproduzione di musica decisamente più moderni e comodi grazie alle loro dimensioni. Nel primo decennio del 2000 il processo di digitalizzazione porta, infine, ad una diffusione delle applicazioni streaming per la fruizione della musica che hanno sorpassato tutti i mezzi usati fino a quel momento.

Tra le tante ricerche condotte sul tema, una è quella di FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana) che, nel 2019, ha analizzato il mercato discografico italiano. Relativamente al primo semestre dell’anno passato, i dati mostrano come lo streaming e il digitale siano i supporti privilegiati, occupando il 73% del mercato italiano. Un dato inaspettato riguarda i mezzi fisici: se il CD dimostra un declino del 5% all’anno, il vinile è in continua crescita, registra un +4,8% rispetto al semestre precedente e rappresenta il 31% dell’intero mercato dei supporti fisici.

Fino a dieci anni fa non si sarebbe mai potuto immaginare né prevedere un tale rilancio: si pensava, al contrario, che il vinile fosse solo un ricordo del passato. La domanda che viene naturale porsi è: tale rinascita è dovuta all’esplosione delle mode rétro o alla riscoperta di una qualità d’ascolto che solo gli LP possono offrire? Da un lato ci sono i nostalgici che riconoscono nel vinile la pura rappresentazione della musica degli anni d’oro, sia dal punto di vista della qualità sonora sia da quello estetico, come oggetto da collezione. D’altra parte, è interessante osservare che una gran fetta di acquirenti sono persone appartenenti alle nuove generazioni. Questo è probabilmente dovuto a due motivi: il crescente diffondersi del vintage e il fatto che molti giovani artisti contemporanei non si limitano a lanciare le loro hit esclusivamente in formato digitale o CD, ma optano anche per la versione in vinile, creando un interesse più ampio verso un supporto che sembra essere immortale.

A dimostrare il ritorno del vinile è anche l’istituzione del Record Store Day, un appuntamento annuale nato nel 2007 con l’obiettivo di celebrare i negozi di dischi indipendenti rimasti in vita negli Stati Uniti, espandendosi poi a livello globale. Questa iniziativa prevede una giornata completamente dedicata alla musica, soprattutto al vinile, nel corso della quale si organizzano concerti, incontri tra artisti e fan, ma anche vendite di stampe di LP in edizioni speciali.

Il disco in vinile non può essere considerato come un semplice oggetto, ma è un’esperienza che va dall’ascolto delle tracce musicali, alla ricerca di pezzi unici, passando per il collezionismo, fino ad arrivare alla trasmissione da una generazione all’altra. Posare il disco sul piatto di un giradischi e abbassare la puntina rappresenta una sorta di rituale tanto unico quanto affascinante, così come lo è la rinascita e la rivincita del vinile che stiamo vivendo oggi.


Claudia Campanale