L’originale campagna pubblicitaria tedesca sulla lotta al coronavirus parla di eroi molto speciali.
Primo cortometraggio: un anziano signore con aria nostalgica e affranta ricorda il difficile periodo giovanile in cui era in guerra contro un nemico invisibile. Secondo cortometraggio: la moglie anziana sfoglia un vecchio album di ricordi giovanili per raccontare l’eroica lotta che la sua generazione ha dovuto affrontare per salvare il mondo. Terzo cortometraggio: un altro anziano mostra con orgoglio la medaglia al valore ricevuta in gioventù per l’impegno profuso a salvare l’umanità dal nemico oscuro…
Ma di cosa stiamo parlando? Di reduci del Vietnam o della Seconda Guerra Mondiale alle prese con le memorie belliche? Oppure di soldati che dall’Iraq o dall’Afghanistan stanno affrontando gli incubi da cui non riescono a liberarsi? Niente di tutto questo. Sotto le mentite spoglie di documentari d’epoca, i brevi video che ci passano davanti gli occhi non sono altro che gli spot pubblicitari che la Germania alle prese con la pandemia da Covid 19 ha realizzato per sensibilizzare i giovani (e non solo) ad evitare gli assembramenti, le uscite con gli amici, le bevute in compagnia, le chiacchiere al pub o al ristorante. Ecco la trovata geniale degli spot tedeschi: far diventare Eroi, con il finale ironico e comico delle brevi stories narrate, i giovani che si immolano sull’altare del dolce far niente!
Dobbiamo, allora, immaginarci cittadini di un ipotetico futuro, a cavallo tra il 2080 e il 2090 circa, che guardano in televisione una serie di documentari: vengono qui intervistati gli “eroi” del 2020, cioè quella generazione di ventenni che, rinunciando ai propri sogni di libertà e giovinezza, avevano combattuto tutti uniti contro il terribile nemico comune, contro quel coronavirus subdolo e invisibile che stava annientando la popolazione mondiale, con milioni di morti e malati destinati a crescere esponenzialmente se non fossero arrivati loro – gli aitanti e bellicosi giovani del 2020.
Sono questi giovani, ormai divenuti anziani, che ci raccontano le loro imprese epiche, di come siano riusciti a sconfiggere la pandemia da Covid 19 nel lontano 2020. Come hanno fatto? Potenti vaccini, medicine all’avanguardia, cocktail di farmaci supersonici? No! La loro arma vincente è stata, come rivelano i “documentari” nel finale “a sorpresa”, davvero unica: hanno semplicemente deciso di non uscire di casa, di chiudersi dentro le quattro mura delle stanze domestiche per vivere come dei “pigri procioni” senza fare niente! In piena guerra pandemica, hanno eletto a “trincea i loro divani e fatto della pazienza la loro arma”.
Con una serie di flashback, gli anziani protagonisti dei video ridiventano i giovani del 2020: c’è chi in un vecchio album di ricordi mostra il cimelio di una mascherina anti-Covid, chi si rivede a trascorrere le giornate sdraiato sul letto con i popcorn, chi rammenta che “d’improvviso tutto il Paese guardava pieno di speranza proprio a noi giovani. Noi prendemmo in mano i nostri cuori e non facemmo niente!”. Il mondo era cambiato e così “non fare niente improvvisamente diventò un servizio alla comunità. La pigrizia poteva salvare vite.”
Ecco i nuovi eori del 2020: al di là dell’ironia e del sorriso benevolo, questi spot pubblicitari fanno leva sul senso di responsabilità individuale, sulle conseguenze delle scelte del singolo sulla comunità, sull’idea che la catena umana sopravvive solo se gli anelli che la compongono assumono comportamenti sensati, affidabili e ragionevoli. Accompagnati dall’hashtag “eroi speciali”, diventati virali su tutti i social media, simili alle short stories di Instagram o di Facebook, costruiti come una serie tv che appassiona in attesa del nuovo episodio, questi spot hanno suscitato entusiasmi e polemiche, apprezzamenti e critiche, ma di certo hanno colto nel segno con la frase “diventa anche tu un eroe e resta a casa”: “a 21 anni si vuole festeggiare, vedere altre persone, bersi qualcosa con gli amici”, dice il vecchietto, “e invece il nostro destino fu un altro”.
Ecco la parola magica: destino. Il destino del singolo individuo ineludibilmente unito a doppio filo al destino della moltitudine, il destino di tutti noi nelle mani di tutti gli altri, il destino della comunità affidato al senso civico di ognuno di noi.
Patrizia Celot