Scenari dal futuro: il nostro cellulare potrà salvarci la vita?
Dagli arti artificiali ai cerotti curativi, dai termoscanner alle diagnosi a distanza, il mondo della medicina tradizionale si integra sempre più con quella virtuale e tecnologica aprendosi a scenari futuristici che, non privi di insidie e problemi, riducono progressivamente lo spazio e il tempo tra medico e paziente. Ed ecco che ormai le ricette e le prescrizioni del medico di base si trasformano in codici a barre, app e sensori monitorano il nostro stato di salute, I-watch di ultima generazione ci fanno l’elettrocardiogramma e ci avvertono se andare in ospedale, QR code ci permettono di scaricare informazioni mediche sempre più aggiornate.
Fermo restando che il medico-fai-da-te su Internet è un absurdum da evitare per non cadere nella trappola di autodiagnosi fantasiose e improbabili, è pur vero che oggi la vocazione alla medicina 2.0 sta velocemente facendo proliferare un mondo di app e soluzioni utilizzabili non solo da ipocondriaci utenti ma anche da professionisti medici. La medicina 2.0 ha bisogno di medici 2.0 e di pazienti 2.0, in una sinergia che contempla interazione di dati, prestazioni, utilizzo consapevole della tecnologia e del digitale, ma ha anche bisogno di menti creative e appassionate che sappiano immaginare applicazioni futuriste per il presente.
È il caso di VOCALIS, società di analisi vocale con uffici in Israele e negli Stati Uniti, che ha creato un’app per smartphone capace di rilevare (seppur non in modo sempre assoluto) le riacutizzazioni della broncopneumopatia cronica ostruttiva analizzando i segnali che provengono dalla voce dei pazienti con il fiato corto. Come non provare, allora, a riprogrammare l’App per il Coronavirus? per diagnosticare la malattia anche in anticipo rispetto ai sintomi Covid più evidenti?
Ci hanno provato: raccolta di voci di pazienti malati, di pazienti appena guariti, di tosse, di starnuti, per una banca dati che a metà estate 2020 contava più di 1500 campioni vocali. Da qui è nata la versione pilota di uno strumento digitale di screening Covid-19: l’obiettivo è quello di identificare un’impronta vocale per la malattia: l’App non ha lo scopo di fornire una diagnosi definitiva, ma di aiutare i medici nella diagnosi integrata o, meglio, nella prevenzione o nella diagnosi precoce della malattia stessa.
Al momento l’App di Vocalis non è ancora funzionante e utilizzabile nella pratica medica, ma è il segnale di come la medicina 2.0 non si fermi mai grazie alle prospettive che ogni nuovo traguardo permette di intravedere nel futuro immediato o più lontano. Per questo molti oggi sognano di poter utilizzare questa tecnologia vocale in modo più ampio, sfruttando ad esempio i microfoni che sono presenti ormai in ogni device quotidiano per analizzare timbri e sfumature vocali, confrontarli con campioni vocali della stessa persona in un periodo antecedente e identificare possibili malattie e disturbi.
Questi sistemi potrebbero un giorno trasformare gli altoparlanti intelligenti in dispositivi medici domestici? Un giorno il nostro Siri, la nostra Alexa ci sapranno dire: “Attento, la tua tosse non mi piace. Vai dal medico”?
Patrizia Celot