LO SPETTRO DI MALTHUS: UNA MOSTRA IMMERSIVA E VIRTUALE DI MARZIA MIGLIORA

Alla ricerca di paradossi e ingiustizie della società industriale, Lo spettro di Malthus si contraddistingue come un viaggio virtuale, accompagnando il visitatore nelle profondità di una miniera di sale.

Il progetto, vincitore dell’Italian Council 2019 è il risultato di una lunga ricerca artistica, compiuta da Marzia Migliora, sul rapporto tra sfruttamento delle risorse (umane, animali, minerarie) e pratiche intensive del modello capitalista. La mostra, presentata al Museo MA*GA di Gallarate (VA) e curata da Matteo Lucchetti è disponibile gratuitamente con il supporto di Ricola fino al 13 dicembre 2020. Presenta installazioni, video e disegni, attraverso cui l’artista ha voluto raccontare le spettrali diseguaglianze della società moderna. Marzia tenta così di ricostruire l’immaginario umano, come uno spettro dalle molteplicità temporalità. 

Il tema chiave della mostra è il rapporto tra crescita demografica e produzione alimentare. Non è un caso infatti che lo spettro di Malthus si ispiri a Thomas Robert Malthus, economista e demografo inglese, che nel 1978 pubblicò il Saggio sul principio della popolazione e i suoi effetti sullo sviluppo futuro della società. Il percorso del visitatore è suddiviso in tre macro-aree, che seguono una linea temporale dal 1970 al 2100, anno in cui si raggiungerà la soglia massima di popolazione sul pianeta secondo alcuni studiosi. Il sale, pertanto, rimane l’elemento principale di tutta la mostra, noto in passato ai romani come “oro bianco” e spazio primordiale della vita.

Ogni oggetto presente nella mostra ha una funzione simbolica specifica. Tra immagini e suoni, l’autrice richiama la coscienza umana su aspetti importanti, dalla distruzione della natura alle economie locali, dalla manipolazione del cibo alla globalizzazione del commercio. 

Prima di entrare il visitatore si trova di fronte ad una teca di epoca vittoriana contenente un blocco di sale, in cui vi è conficcato un arpione, noto in realtà per essere usato nella pesca. Lo spettatore è chiamato poi a immaginare le parti mancanti dell’opera La gabbia, un box per cavalli, ridotto ad alcuni elementi essenziali e a guardare all’interno del visore, posto in corrispondenza del paraorecchie, per scoprire un diorama teatrale tra flora e fauna. 

Uno degli aspetti più interessanti del progetto di Marzia Migliora riguarda l’utilizzo della realtà virtuale, per coinvolgere il visitatore in un’esperienza immersiva tra le profondità delle miniere di salgemma siciliane di Petralia e Racalmuto. Tale esperienza è un «processo digestivo all’interno di una prospettiva storica sulla fame umana», così lo definisce Marzia Migliora. Le animazioni sono infatti accompagnate dai suoni ASMR (Autonomous sensory meridian response), creati dall’autrice stessa, masticando cibi diversi e registrandone il processo di ingestione. 

Lo spettatore, seduto su una montagna di sale, si trova immerso in un mondo di disegni, realizzati dall’autrice stessa, che prendono vita e diventano animati. Richiamando in parte Alice nel Paese delle meraviglie, la visione si trasforma in un percorso virtuale tra giochi di parole, fiori parlanti e creature diverse. Compaiono inizialmente api che volano sui fiori, interrotte poi dalla comparsa di disinfestanti, concimi chimici ed estrazione di risorse. 

Tra noir e fantascienza, lo Spettro di Malthus è un’immersione sensazionale tra cultura e natura. Un tuffo digitale nelle origini della storia umana. Un viaggio tra presente, passato e futuro.

Laura Macrì