L’arrivo della pandemia legata al Covid-19 ha certamente sconvolto i piani di tutti. Nonostante le innumerevoli piattaforme di streaming online abbiano continuato ad offrire i loro servizi, lo stesso non si può dire per le major hollywoodiane che avevano in programma numerosi titoli da distribuire nelle sale a partire dalla primavera del 2020. Ma quali sono state le principali strategie di distribuzione che hanno adottato le case di produzione statunitensi a fronte della crisi sanitaria?
Se il 2019 è stato un anno particolarmente intenso per la cinematografia mondiale nelle sale (tra gli altri, ricordiamo i remake live-action di Aladdin, Dumbo e Il re leone, l’attesissimo finale di serie Avengers: Endgame, e i pluripremiati C’era una volta ad Hollywood e Joker), il 2020 non si annovera di certo tra gli anni migliori.
Le strategie distributive che hanno adottato le principali major d’oltreoceano sono molto diverse tra loro.
Partiamo dalla Warner Bros., che aveva previsto in primavera l’uscita del suo gioiello di punta, il film di spionaggio Tenet. Regista e sceneggiatore del film, Christopher Nolan torna alla regia dopo tre anni dall’uscita di Dunkirk. A causa della pandemia, il film era stato rinviato per ben tre volte prima dell’uscita ufficiale del 26 agosto scorso. Suggestivo il trailer finale che invoglia gli spettatori a ripopolare le sale cinematografiche, con la curiosa scritta finale «Solo al cinema». Breve e coinciso, dietro questo slogan si può racchiudere tutto lo spirito Warner e del buon vecchio cinema, che crede ancora nel sistema di distribuzione classico e nella magia delle sale cinematografiche. Non che ad oggi si possa dire che si tratti di una strategia del tutto fallita, quella della Warner. Certo, ad oggi sembra impossibile raggiungere il successo al botteghino de Il cavaliere oscuro (2008), quando il film di Nolan incassò oltre un miliardo di dollari. Tuttavia, i dati del box-office di Tenet nei mesi post lockdown fanno sperare bene. A fronte dei 205 milioni di euro per la produzione (finora il film più costoso diretto dal regista britannico), ad oggi gli ultimi dati del boxoffice confermano i 284,9 milioni di incassi, di cui solo il 14% negli States e l’85,5% all’estero.
Altra strategia distributiva, altra storia. Si tratta di uno dei film più attesi dell’anno, il remake in live-action dell’omonimo film d’animazione del 1998, Mulan. Lo scorso marzo i produttori della Walt Disney Pictures hanno stupito tutto il mondo con la scelta di distribuire la pellicola solo… in streaming! Mulan, infatti, ha fatto il suo debutto il 4 settembre scorso ed è stato distribuito sulla piattaforma Disney Plus, con la formula “Accesso Vip”, che ha previsto la cifra aggiuntiva di 29,99 dollari negli USA e 21,99 euro in Italia. A seguito di ciò, secondo l’app Sensor tower, uno dei migliori tool in circolazione sull’App Store Optimization, a inizio settembre c’è stato un aumento del 193% degli utenti che hanno speso sulla piattaforma Disney Plus. Inoltre, l’arrivo di Mulan ha incrementato il numero di iscritti alla piattaforma streaming del 70%. Ma non è finita qui: pare che a partire da martedì 6 ottobre il film sarà disponibile anche in altre piattaforme streaming, tra cui Amazon Prime Video, mentre si attende il 4 dicembre per poter guardare il film su Disney Plus senza costi aggiuntivi. Secondo gli ultimi dati, Mulan ha guadagnato 64,4 milioni di dollari, sbancando negli Stati Uniti, dove la formula streaming e a casa pare essere stata la più apprezzata.
Concludiamo con il caso di No time to Die, venticinquesimo film della serie dell’agente 007 James Bond, interpretato da Daniel Craig. Prodotto da Michael G. Wilson e Barbara Broccoli e dalle case di produzione Metro-Goldwyn-Mayer e Universal Pictures, questo è solo uno dei tanti blockbuster che ha visto la propria data d’uscita slittare a causa del Covid-19. Il film, che era già stato rinviato a novembre, ha subìto di recente un’ulteriore modifica nella data di distribuzione, finendo per essere posticipato al 2 aprile 2021. Finora, il franchise di No Time to Die si è basato su un budget di 200 milioni di dollari, e da qui al prossimo anno ci saranno ulteriori costi di promozione. Insomma, si spera che con questa scelta il film confermi le aspettative di guadagno. D’altronde, i precedenti Skyfall (2012) e Spectrum (2015) hanno incassato insieme quasi 2 miliardi di dollari.
Non è possibile prevedere come si evolverà la pandemia. Staremo a vedere quale sarà, tra queste, la strategia vincente.
Alessia S. Natalino