La famiglia Holmes torna sugli schermi, ancora. Questa volta però la protagonista è la sorella di Sherlock, Enola. Il peso di un nome e un atteggiamento sbarazzino ed intellettuale la accompagnano. Ma sarà all’altezza del fratello?
Il personaggio di Sherlock Holmes ha nuovamente sollecitato la fantasia degli autori. Nonostante sia stato creato nel 1887 da Arthur Conan Doyle, la sua fortuna non si esaurisce e, anzi, viene continuamente alimentata. Quella di Holmes è sicuramente una figura crossmediale: presente anzitutto nei libri del suo creatore, è stato poi trasposto sugli schermi, sia all’interno di film che serie tv. Esponenti celebri dei più recenti adattamenti sono sicuramente Robert Downey Junior e, ancora di più, Benedict Cumberbatch. Con quest’ultimo l’esperimento proposto è stato di portare la storia ai tempi nostri, conferendo al protagonista un’aura ancora più disturbante e angosciata, oltre che geniale. Sherlock Holmes sopravvive e ha successo in tutte le forme nelle quali viene proposto, che sia in modo diretto o indiretto. Chi non ha mai visto un episodio del famoso anime giapponese “Detective Conan”? Anche in questo caso il protagonista è un acuto detective, la cui bravura e passione per l’arte investigativa sono direttamente ispirate ad Holmes. Il caso di Enola, dunque, si colloca sullo stesso piano.
La protagonista della pellicola, come anticipato, è la sorella minore di Mycroft e Sherlock e figlia di Eudoria (Helena Bonham Carter). La sua storia nasce dalla fantasia di Nancy Springer, scrittrice fino ad oggi non particolarmente nota ma che sicuramente, a seguito dell’uscita del film su Netflix diretto da Harry Bradbeer, acquisirà visibilità. Enola è certamente un personaggio che mantiene una sorta di vicinanza a Sherlock, ma che è anche intrisa di modernità, non solo per il modo di pensare, ma anche per il racconto in prima persona delle proprie vicissitudini, che rompe la quarta parete.
La trama è piuttosto semplice: due misteri si intrecciano, la scomparsa della madre e al contempo di un giovane marchese londinese. Alla protagonista il compito di vestire i panni dell’investigatrice e risolvere i casi. A questo si uniscono temi secondari quali la paura di crescere, il femminismo e la terza legge elettorale del 1884. Di spicco è l’interpretazione di Millie Bobby Brown, a tutti nota per il ruolo di Undici nella serie – sempre disponibile su Netflix – Stranger Things.
Nonostante i dovuti complimenti alla performance della Brown, che riesce a portare sulle proprie spalle l’intera trama, non si può mancare di sottolineare come il suo personaggio non riesca a reggere il confronto con i predecessori. Sicuramente una ragione può essere riscontrata nel fatto che il film si rivolga ad un target più basso rispetto a quello della serie che ha come protagonista Cumberbatch, ma nonostante ciò non si riesce a non notare quanto Enola manchi di quel carattere tipicamente geniale e vizioso che da sempre contraddistingue il detective londinese. La ragazza sicuramente conserva un aspetto altezzoso, sprezzante ed intellettuale (oltre che avventuroso), ma nel film la vediamo risolvere solo piccoli rompicapo e giocare con acronimi.
La pellicola andrebbe intravista con gli occhi del pubblico a cui è dedicata, adolescenti e pre-adolescenti. In questo caso i commenti sono più che positivi, anche solo per i temi estremamente contemporanei che vengono proposti: si pensi all’impatto che le elezioni possono generare in questo momento negli Stati Uniti. Tuttavia, da grande ammiratrice dell’originale, il film non si presenta a mio avviso come un prodotto straordinario. Sicuramente è curato e ben strutturato, ma non ha soddisfatto le aspettative che invece la grande attenzione mediatica aveva suscitato.
Probabilmente Netflix ha escogitato un’operazione di marketing molto furba, poiché la pellicola ben si presta alla serialità (ricordiamo che i libri della Springer sono sei). Chissà, magari tra qualche mese vedremo uscire sulla piattaforma una serie dedicata alla giovane investigatrice e avremo così l’opportunità di conoscerla a tutto tondo.
Giulia Farina